L’esternalizzazione dei servizi a rischio di illegittimità

Il servizio studi della Camera ha pubblicato numerose schede di lettura del ddl C. 2994 di riforma della scuola, evidenziando anche limiti e necessità di correzione.

A proposito del potenziamento dell’inglese nella scuola primaria (art. 2, comma 3), ha espresso alcuni dubbi sull’impiego di docenti esterni, privi del titolo e dell’abilitazione richiesti. “Sembrerebbero necessarie – ha osservato – alcune esplicitazioni, sia con riferimento alla necessità (o meno) del possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento nella scuola primaria, sia con riferimento all’eventuale ordine di priorità nell’utilizzo, nonché ai docenti madrelingua (ad esempio, con riguardo ai titoli posseduti) e alla “fornitura di appositi servizi”. Da ultimo, occorre procedere all’abrogazione della normativa vigente incompatibile con le novità proposte”.

I dubbi sollevati hanno valenza generale e si possono così sintetizzare: per insegnare nella scuola italiana può bastare una buona competenza disciplinare senza abilitazione?

In tempi di TFA e PAS con impegnativi e costosi corsi per abilitarsi, è difficile dare una risposta affermativa, ma in effetti, in modo strisciante, l’esternalizzazione dei servizi sta già introducendo di fatto il superamento dell’abilitazione e del titolo di studi richiesti.

Ne è prova quanto sta succedendo in scuole paritarie dell’infanzia di molti Comuni italiani, come è emerso anche nel corso del convegno “Infanzia, diritti, istruzione: le nostre proposte per un progetto educativo di qualità” organizzato dalla Flc-Cgil a Roma. 

A causa soprattutto delle difficoltà economiche, vi sono infatti molti Comuni che affidano la gestione di proprie scuole ad agenzie di servizi oppure integrano il proprio personale con educatori esterni in convenzione con agenzie di servizi. In questo modo capita che la docenza nella sezione sia affidata a chi non ha l’abilitazione o non ha il titolo di docente.

Poiché la parità comporta tassativamente l’impiego di docenti abilitati, l’esternalizzazione dei servizi contrasta con il riconoscimento della parità.

Più in generale è un campanello d’allarme per i nuovi spazi organizzativi che la scuola dell’autonomia si prepara a conquistare, secondo quanto previsto dal ddl Buona Scuola.