Leggere, scrivere, far di conto/1: un libro da leggere, una mostra da visitare

Arriva dopo le celebrazioni del 150.mo dell’unità, ma quell’approfondito viaggio a ritroso nel tempo nella scuola italiana, percorso da Egidio Guidolin con il suo “Leggere, scrivere, far di conto” e con la mostra che l’accompagna, ci consegna una realtà sociale quasi dimenticata che induce a molte riflessioni e un po’ ci emoziona.

Il catalogo e la mostra (a Verona in Sala Birolli, Via Macello 17 dall’8 maggio) sono stati presentati ieri nella città scaligera. Il sottotitolo dell’opera, Un secolo della nostra storia sui banchi dopo l’Unità negli arredi e oggetti d’epoca, ci fa capire subito che le riflessioni e le note di viaggio nella scuola tra l’800 e il ‘900 si avvalgono di rare e preziose documentazioni, a testimonianza di un mondo lontano e dimenticato nel quale si sono formati milioni di italiani.

Si tratta, infatti, di un’esposizione di documenti, fotografie d’epoca, arredi, sussidi didattici rari e curiosi: uno spaccato di una società e di un sistema scolastico in cui affonda le radici, pur nella diversità, la scuola elementare d’oggi.

Già il sommario dell’opera attira l’attenzione del lettore e invoglia a visitarne l’esposizione.

Alcuni titoli, tra gli altri: Un secolo di Scuola Elementare 1859-1959, Palazzetti e catapecchie, gli edifici scolastici, Povere scuole, poveri maestri, Dalla lavagna alla trincea, Bacchettate si o no? I dubbi sulla disciplina, Scolari di città, Scolari di campagna, I patronati scolastici, Le campagne contro la Tbc e le malattie infettive.

Non manca un ampio excursus sulla scuola del ventennio e sullo stesso Benito Mussolini alle prese con la professione di maestro.