Legge di bilancio. Taglio di 850 istituzioni scolastiche: -10% di posti di DS e DSGA

Nel giro di un quadriennio un posto su dieci di Dirigente scolastico e di DSGA verrà tagliato. Lo prevede la bozza della legge di bilancio presentata dal Governo Meloni (probabilmente già impostata su questo punto dal precedente Governo Draghi).

Un provvedimento che, per esigenze di cassa verosimilmente imposte dal Ministero dell’Economia, sembra andare in direzione opposta a quanto mostrano tutte le evidenze sui fattori che incidono sulla qualità del servizio scolastico. Se oggi, per fare un esempio, un dirigente scolastico deve dividersi in media tra 5 scuole (reggenze escluse), tra qualche anno saranno di più. Si fanno piccoli risparmi su categorie che incidono per meno dell’1% sul totale della spesa per stipendi, ma guarda caso sono le figure singolarmente più determinanti nel contesto della scuola. Per Dirigentiscuola “la bozza relativa al DDL per la legge di bilancio 2023 lascia il mondo della scuola decisamente con l’amaro in bocca”.

Al di là dell’evidente miopia dal punto di vista strategico, c’è un vizio di fondo anche dal punto di vista tecnico nella decisione di ridurre il numero delle istituzioni scolastiche per effetto soprattutto del decremento della popolazione scolastica, come prevede l’art. 89 del testo ufficioso della legge di bilancio 2023.

La riorganizzazione del sistema scolastico, prevista nel PNRR e legata al decremento demografico (meno alunni), comporterà infatti a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025 la riduzione del numero di istituzioni scolastiche e, conseguentemente, anche la contrazione degli organici dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi.

A nostro parere, è un errore concettuale mettere in diretta relazione di dipendenza tra loro due indicatori del sistema d’istruzione, alunni e dirigenti scolastici, come se l’entità dei secondi dipendesse da quella dei primi.

I dirigenti scolastici non gestiscono solo alunni, ma prioritariamente personale, docente e ATA, i cui organici non hanno, tra l’altro, una stretta correlazione con la dimensione della popolazione scolastica. Un esempio banale, per capirci: una classe che passa da 25 a 20 alunni (decremento del 20%) mantiene lo stesso numero di docenti che può aumentare per la nuova presenza di un alunno con disabilità.

Da diversi anni, pur in presenza del calo di alunni, il numero dei docenti è andato aumentando soprattutto per l’incremento dei posti di sostegno e l’introduzione del potenziamento.

Per dare un’idea del crescente peso di gestione e responsabilità dei capi d’istituto, basta mettere a confronto le situazioni di dieci anni fa con quelle dell’anno scorso: nel 2012-13 le 9.139 istituzioni scolastiche gestivano 697.101 docenti con una media di 76 docenti per istituzione.

Dieci anni dopo le 8.160 istituzioni hanno gestito un carico di 862.681 docenti per una media di 106 per docenti per istituzione scolastica.

Il carico gestionale è aumentato in media del 40%.

Il carico di responsabilità (e difficoltà) gestionali per i dirigenti scolastici e per il Dsga è andato aumentando soprattutto a causa del dimensionamento che ha determinato il minor numero di istituzioni scolastiche.

Sarebbe stato logico attendersi che il dimensionamento previsto dal PNRR portasse ad un aumento di istituzioni scolastiche e al conseguente incremento di organico dei DS e dei DSGA, e, invece, la legge di bilancio ha deciso la loro riduzione, facendo cassa con i risparmi per la contrazione degli organici.

Dal 2024-25 la legge prevede la “riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche; per i primi tre anni scolastici si applica un correttivo pari rispettivamente al 7%, al 5% e al 3%”. Tuttoscuola ha calcolato gli effetti.

Nel 2024-25 le 8.007 istituzioni scolastiche diventeranno, pertanto, 560 in meno, cioè 7.747; l’anno dopo saranno ridotte di altre 372 unità, diventando 7.375; nel 2026-27 saranno ridotte di altre 221 unità, scendendo a 7.154 (-9,5%). Assurdo.

E’ la prosecuzione di una politica messa in atto da oltre vent’anni dai governi di tutti i colori (come dimostra il dossier di Tuttoscuola “DIRIGENTI, CHE STRESS. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze”), incluso ora il Governo Meloni, salvo opportuni ripensamenti.

Si può definire in un solo modo questa politica: miope. Le conseguenze le abbiamo viste e – a quanto pare – le continueremo a vedere.

Per approfondimenti:

Dirigenti che stress. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze. Il dossier di Tuttoscuola
Lo stress della dirigenza e la nostra linea editoriale

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