La Lega propone di tornare al modello di Giochi della Gioventù dei tempi del ‘presidentissimo’ del Coni Giulio Onesti, con una fase finale nazionale, ma solo, e questa è la novità, per gli studenti che abbiano la piena sufficienza in tutte le materie.
A chiedere questa versione moderna del ‘mens sana in corpore sano’, è un ddl del capogruppo a Palazzo Madama Gian Marco Centinaio. Tornare all’antico, insomma, per rilanciare il concetto dello sport come mezzo insostituibile nella formazione dei giovani, anche con un occhio alla pratica agonistica. Un principio che negli anni, sostiene il Carroccio, si è perso per strada.
La riforma leghista conferma, per i primi tre anni della scuola primaria, l’impianto degli attuali Giochi della Gioventù, come forma di ‘gioco-sport’ rivolto a tutti gli alunni delle singole classi soprattutto per favorire socializzazione e integrazione scolastica. A partire dalla quarta elementare, invece, cambia il sistema di cooperazione tra gli istituti scolastici, le federazioni sportive e il Coni, con un duplice obiettivo: inserire strutturalmente lo sport come attività extracurricolare scolastica e diffondere la pratica sportiva anche per quelle discipline considerate minori.
Alle gare potranno partecipare però solo gli studenti che sei mesi prima delle competizioni abbiano almeno 6 in pagella in tutte le materie. Il motto latino appare così in qualche modo rovesciato: “Corpus sanum in mente sana”?
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