Le associazioni professionali bocciano la commissione Israel

Le associazioni professionali degli insegnanti e dei dirigenti scolastici rivolgono pesanti e unanimi critiche al documento sulla formazione iniziale degli insegnanti elaborato dalla apposita commissione di studio presieduta dal prof. Giorgio Israel.

Il documento Israel, presentato ieri alle associazioni alla presenza del ministro Gelmini, prevede:

a) per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, un corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico, comprensivo di tirocinio da avviare dal secondo anno di corso (5 anni);

b) per la scuola secondaria di primo e secondo grado, un corso di laurea magistrale biennale successivo alla laurea triennale generalista ed un tirocinio annuale (3 anni+2 anni+1 anno di tirocinio).

c) per le discipline artistiche, musicali e coreutiche della scuola secondaria di primo grado e di secondo grado i percorsi possono essere attivati anche dalle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica: consistono in un biennio accademico di II livello seguito da un tirocinio annuale (2 anni+1 anno).

Il tirocinio formativo attivo consiste di tre gruppi di attività: 1) insegnamenti di scienze dell’educazione;2) una fase osservativa e una fase di insegnamento attivo in una classe; 3) insegnamenti di didattiche disciplinari. I docenti tutor e i docenti coordinatori dei percorsi di tirocinio sono scelti dal Consiglio di laurea magistrale tra una rosa proposta dai dirigenti scolastici e rispondono allo stesso.

Il percorso formativo dei laureandi che insegneranno nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria comprende 25 discipline. La formazione termina con un esame abilitante presso una commissione gestita dall’Università e dal Ministero.

Le associazioni criticano il documento presentato dalla commissione Israel, del quale richiedono una radicale riscrittura, soprattutto perchè “totalmente dimentico del ruolo delle istituzioni scolastiche autonome“, di fatto escluse  dalla formazione, dalle modalità di tirocinio e dalla valutazione finale della professionalità maturata dai futuri docenti.

Altre critiche, riassunte in un documento della DiSAL, riguardano l’esclusione dei dirigenti scolastici da tutto il percorso, l’assoluto predominio del mondo universitario su tutto il modello presentato, la mancanza di un quadro organico di rapporto tra formazione iniziale e reclutamento, l’eccesso di discipline con il prevalere del nozionismo sul ruolo dell’esperienza e della riflessione critica sulla stessa, l’eccessiva lunghezza della formazione per la scuola dell’infanzia e primaria, la mancata soluzione del problema degli studenti che si laureano durante quest’anno accademico.

Il Ministro ha manifestato attenzione per i problemi sollevati e disponibilità a valutare proposte di miglioramento in una prossima riunione, che sarà convocata dopo l’acquisizione delle stesse proposte.