L’Associazione DS accusa l’università di boicottare i PAS

L’Associazione DS, nel fare il punto della settimana, apre con un duro attacco alle università colpevoli di decisioni arbitrarie e illegittime nei confronti dei PAS..

Il servizio ha un titolo significativo: “PAS e anarchia degli atenei: subito un banco di prova per il nuovo ministro MIUR”.

Questo il testo della denuncia DS:

“Atenei che si rifiutano di attivare i corsi o che non riconoscono gli esami già svolti, università che obbligano a frequentare i corsi in orario lavorativo o a sostenere ingiustificati e onerosi esami intermedi, non preventivati, aventi valore dichiaratamente preselettivo: questi sono i PAS oggi.

Ovvero, il nuovo fronte dell’illecito autonomismo universitario.

Il rifiuto di numerosi atenei italiani ad attivare i Percorsi Abilitanti Speciali, in particolare quelli che riguardano scuola dell’infanzia e primaria, è solo uno degli aspetti aberranti della formazione dei docenti italiani rilevabile in questo periodo.

Sconcertante, per l’arrogante pretesa di essere legge a se stesso, è la giustificazione con la quale il Politecnico di Milano «ribadisce la decisione di non attivare i corsi PAS, in quanto le modalità di selezione non contemplano la possibilità di tenere conto anche del merito dei candidati».

Eppure, la norma istitutiva dei PAS è chiara: l’art. 4 del DM n. 81/2013 stabilisce in modo perentorio che atenei e istituzioni AFAM sono tenuti ad istituire percorsi formativi abilitanti speciali finalizzati al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento.

Il comma 1-quater dello stesso decreto chiarisce poi in modo inequivocabile che «l’iscrizione ai percorsi formativi abilitanti speciali non prevede il superamento di prove di accesso».

Inoltre, al fine di assicurare la relativa offerta formativa, in caso di difficoltà nell’attivazione, vengono fornite agli atenei indicazioni per «attivare percorsi relativi alle classi di concorso previste dal vigente ordinamento» stipulando «apposite convenzioni con istituzioni scolastiche autonome (…) e con le fondazioni di partecipazione istitutive degli istituti tecnici superiori» (comma 1-quinquies).

Se non c’è il rifiuto esplicito, c’è un incomprensibile ritardo.

Il DD n. 45 del 22 novembre 2013 prevedeva che i corsi avrebbero dovuto «iniziare, preferibilmente, entro la seconda metà del mese di dicembre 2013 e terminare, possibilmente, entro la prima decade di giugno 2014» (art. 3, c. 1).

Siamo a fine febbraio e diversi atenei ancora non hanno nemmeno emanato i bandi (!); figurarsi poi se gli esami di abilitazione potranno «essere svolti entro la fine del mese di luglio 2014“.