L’Anief alza il tiro e chiede di trattare con il Miur

Le norme di rappresentanza sindacale non ammettono alle relazioni sindacali con l’amministrazione quei sindacati che non risultino rappresentativi, secondo i previsti requisiti del tasso di sindacalizzazione (iscritti) ed elettorale (esito elezioni RSU).

Ma l’Anief, anche se non possiede questi requisiti, si sente, a ragione, vincitrice per il contenzioso sulle graduatorie dopo la sentenza favorevole della Consulta, e alza il tiro: vuole un incontro con il Miur prima dell’aggiornamento delle graduatorie dei docenti.

L’Anief chiede un incontro con la dirigenza ministeriale “per chiudere il contenzioso seriale sul pettine, in particolar modo, per sanare la posizione dei nostri soci aventi diritto ancora interessati a un posto di ruolo o ad una supplenza, a seguito del legittimo collocamento a pettine nelle graduatorie di coda per il biennio 2009-2011”.

La richiesta è anomala e costituisce una questione di principio che le organizzazioni sindacali rappresentative difficilmente lasceranno passare, anche se l’Amministrazione, probabilmente, potrebbe essere propensa ad accoglierla.

Nell’occasione della richiesta, l’Anief, con riferimento alla ventilata ipotesi di una nuova legge sul reclutamento, ha ricordato al ministro Gelmini che “la normativa attuale garantisce il pieno funzionamento delle graduatorie ad esaurimento e quindi l’accesso del personale precario al mondo della scuola”. “La invitiamo – prosegue la nota – a rimanere sorda alle sirene di chi (vedi Lega) invoca un nuovo sistema di reclutamento basato su albi regionali o chiamate dirette. Le vigenti graduatorie provinciali già tutelano alcuni valori del nostro ordinamento: sono più legate al territorio degli albi regionali (federalismo e autonomie locali), sono riservate a personale abilitato che ha superato diversi esami di stato aventi valore di prova concorsuale (merito, parità di trattamento, imparzialità)”.