Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’angolo per pregare a scuola

Nemmeno l’Intesa tra Stato italiano e Chiesa cattolica del 1984 aveva osato tanto. Ma il ministro Moratti ha fatto ben di più e ha dato disposizioni perché nelle scuole italiane venga predisposto un angolo per consentire agli studenti momenti di raccoglimento e di meditazione, aperto ai docenti e agli studenti di diverse culture.
Con la direttiva prot. 2666 del 3 ottobre scorso (direttiva “fantasma” perché in molte scuole non è circolata) si confermerebbe l’obbligo di esporre il crocefisso in classe, nonostante il sottosegretario Aprea avesse fatto intendere in Parlamento qualcosa di diverso. E, prendendo in contropiede un po’ tutti, la Moratti ha proposto l’angolo per la meditazione (che qualcuno ha già chiamato l’angolo della preghiera).
Da subito sono fioccate reazioni contrarie.
Ricordiamo che l’ accordo concordatario dell’84 recepito nella legge 121/1985, si limitava, per quanto riguarda le scuole, a richiedere l’insegnamento della religione cattolica, accettando di fatto l’esclusione di qualsiasi forma di catechesi nell’ambito scolastico. Ad esempio, da quel momento sono scomparse le tradizionali partecipazioni di scolaresche alla messa di inizio e di fine anno, o ad altre cerimonie religiose.
Ma il ministro sembra avere nostalgia del passato e fa rientrare dalla finestra possibili pratiche religiose, se pur a valenza multiculturale. Eppure la scuola non è il luogo in cui si prega. I luoghi del culto sono altri. Piuttosto, c’è un’altra riflessione da fare: sono maturi i tempi per avviare una discussione serena e ragionata per allargare l’attuale insegnamento della religione cattolica a un più ampio e generale insegnamento della storia delle religioni? Spingerebbe in questa direzione, tra l’altro, la crescente presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane, che ospitano ormai ragazzi di ben 186 diverse cittadinanze, su 195 stati riconosciuti.

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