Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

L’alimentazione tra storia e cronaca

Sulla copertina dell’ultimo libro di Renzo Pellati, noto cultore di scienza dell’alimentazione e di igiene (La storia di ciò che mangiamo, Daniela Piazza editore, Torino) campeggia un riproduzione della ‘Cena in Emmaus’ del Caravaggio: niente di più appropriato per evidenziare l’approccio multidisciplinare di questo volume, che per quasi quattrocento pagine intesse storia e cronaca, scienza, tecnologia e anche arte, dal momento che i cibi sono un classico della pittura e della letteratura di tutti i tempi.

Con scrittura lieve, che si intreccia con schede, fotografie, disegni, brevi note biografiche su personaggi importanti per la storia dell’alimentazione (da Erodoto a Plinio il Vecchio, da Orazio a Petronio, da Chateaubriand a Pasteur, ai contemporanei Lavazza, Ferrero, Artusi…), Pellati presenta la storia, anzi la geostoria dei cibi che troviamo normalmente in tavola in Italia e in Europa ma che hanno alle spalle un’origine spesso extraeuropea, come nel caso dei maccheroni, nati nel deserto africano, o del risotto alla milanese, che ha origini arabe.

Anche alimenti oggi di uso quotidiano come le patate o i pomodori sono arrivati, non senza fatica e vincendo molti pregiudizi, dal Sudamerica, per non parlare del caffè, proveniente dall’Etiopia e giunto in Europa verso la fine del ‘600 tramite i turchi, che ne abbandonarono alcuni sacchi dopo il fallimento dell’assedio a Vienna nel 1683.

Un libro gradevole e utile, anche per i numerosi riferimenti all’uso corretto dei cibi, che gli insegnanti (non solo quelli di scienze) potrebbero utilizzare per rendere più vivaci e appetibili (è il caso di dire…) le loro lezioni.

 

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