Laicità e tolleranza, valori non negoziabili

Il tempo scorre veloce, e le polemiche seguite alla mancata partecipazione del pontefice Benedetto XVI alla seduta inaugurale dell’anno accademico dell’università di Roma "La Sapienza" si sono rapidamente affievolite.
Ma siccome, in qualche misura, esse hanno coinvolto anche la nostra newsletter della scorsa settimana, che è stata percepita da alcuni lettori come "schierata" a favore del Papa e contro i fautori della laicità, vorremmo tornare sull’argomento per fare qualche precisazione.
A nostro avviso è proprio in nome della laicità, che si fonda sui principi del pluralismo e della tolleranza, che si sarebbe dovuto riconoscere da parte di tutti – e soprattutto da parte dei sostenitori della laicità – il valore e l’utilità della presenza del capo della Chiesa cattolica in un’occasione di forte significato simbolico e visibilità pubblica come quella dell’apertura del nuovo anno accademico.
Qualcuno non ha voluto tuttavia accettare l’idea che questo Papa del XXI secolo scegliesse questa occasione per correggere, se non contraddire, il carattere integralistico di tanta parte della storia e della tradizione cattolica, attraverso il riconoscimento del ruolo autonomo dell’università. Ma è esattamente quello che Benedetto XVI intendeva fare, come hanno confermato le parole contenute nel testo scritto del suo intervento: "Penso si possa dire che la vera, intima origine dell’università stia nella brama di conoscenza che è propria dell’uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ciò che lo circonda. Vuole verità". E ancora: "varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia, e oggi ci confondono". Una riflessione che ci è sembrata autocriticamente laica. Mentre poco laica ci è sembrata la giustificazione teorica delle ragioni per cui a Benedetto XVI si sarebbe dovuto impedire di svolgerla in pubblico. Tentare di impedire a qualcuno – a chiunque – di esporre e confrontare le proprie idee è in ogni caso un atteggiamento diseducativo. Per questo abbiamo parlato di "cattivi maestri"…