La supplentite male incurabile?

Nell’intervista rilasciata l’11 marzo dalla ministra Valeria Fedeli al quotidiano romano Il Messaggero non poteva mancare la questione della supplentite, il male cronico che accompagna da anni la scuola italiana e che puntualmente ogni ministro che si avvicenda al Palazzo della Minerva a viale Trastevere dichiara di volere debellare senza mai riuscirci.

“Supplentite e precariato, due facce della stessa medaglia. Come se ne esce?” domanda la giornalista, Lorena Loiacono. La Fedeli conferma le iniziative per il superamento del precariato e le recenti disposizioni per ridurre la forbice tra organico di fatto e organico di diritto (20 mila cattedre stabilizzate), ma onestamente ammette che “Non possiamo risolvere tutto in un anno: nel 2017-18 ci saranno ancora cattedre assegnate ai supplenti perché di certo non possiamo lasciarle scoperte. Ma andranno via via diminuendo”.

Visto che il concorso consentirà a settembre di coprire molti posti, quali potrebbero essere le cattedre scoperte di cui parla la ministra?

Oltre agli spezzoni di cattedra della secondaria, ridotti di numero per effetto della legge di stabilità che ne consente l’accorpamento in organico di diritto per una certa quantità, ci saranno ancora una volta i posti di sostegno in deroga che per legge devono essere assegnati a insegnanti non di ruolo. Sono stati circa 41 mila quest’anno e saranno 8-10 mila in più l’anno prossimo.

Non basterà, quindi, la buona volontà della ministra dell’Istruzione per stabilizzare quei posti. Considerati, infatti, i costi della stabilizzazione dei posti in deroga in organico di diritto, occorrerà l’ok, poco probabile, del ministro dell’Economia.