La storia infinita dei concorsi per dirigenti scolastici

Secondo la programmazione dei concorsi regionali per dirigenti scolastici, era prevista un anno fa di questi tempi la conclusione delle prove concorsuali per l’immissione in ruolo di 2.386 posti, in base al bando emanato nel luglio 2011.

Alla prova preselettiva dell’ottobre 2011 parteciparono 33.531 candidati, cioè circa l’80% dei 42.158 insegnanti che avevano presentato domanda di partecipazione.

Dalla preselezione nazionale uscivano 9.111 candidati idonei.

Pochi mesi dopo iniziavano i differenziati percorsi delle prove scritte che, dopo il passaggio degli orali, avrebbero dovuto concludersi appunto con le approvazioni delle graduatorie di merito e le nomine in ruolo dal 2012-13.

È passato un anno da quell’estate del 2012 che avrebbe dovuto sancire la conclusione dei concorsi: cosa è successo ai vari livelli regionali? Di tutto.

Alcuni Uffici scolastici regionali hanno regolarmente concluso il concorso e nominato i vincitori, ma per altri tutto è ancora in alto mare. In Molise il concorso è stato annullato. In Abruzzo si è fermato tutto prima degli orali. In Toscana, a nomine dei vincitori già avvenute, il concorso è stato annullato con la coda dell’intervento del Consiglio di Stato che, in attesa della sentenza definitiva, ha congelato l’esistente.

Nel Lazio il contenzioso è stato momentaneamente stoppato, ma il fuoco cova sotto la cenere turbando il sonno dei neo-vincitori e quello degli idonei in attesa di prossima nomina.

Altri concorsi si sono persi per strada, come quelli della Campania e della Sicilia (per quest’ultima è stata pubblicata soltanto in questi giorni la graduatoria di merito).

Ultimo, per il momento, il concorso della Lombardia, dove l’anno scorso, a seguito di un ricorso, il Tar ha annullato la graduatoria dei vincitori per le buste ‘trasparenti’e dove quest’anno il Consiglio di Stato ha disposto la ricorrezione degli elaborati delle prove scritte.

Insomma, il concorso ordinario per dirigenti scolastici esce proprio malconcio da questa vicenda (e non è nemmeno detto che tutto sia finito!). Ma ne esce male la scuola, con una diffusa situazione instabile e precaria del suo governo.