Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La scuola in cerca di futuro

Il VII Convegno internazionale promosso a Roma per i giorni 1 e 2 dicembre 2017 dai Consorzi Universitari Fortune e Humanitas in collaborazione con la Lumsa, ha affrontato gli aspetti di criticità che interessano da tempo la nostra scuola, che appare disallineata rispetto alle esigenze che la contemporaneità propone in materia di adeguamento dei saperi e delle competenze, ma che esprime anche desideri, voglia di novità e ricerca di una nuova legittimazione sociale e culturale.

Ne hanno discusso tra gli altri, dopo l’apertura dei lavori da parte di Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola, Derrick De Kerckhove (Università di Toronto e Politecnico di Milano), sociologo e pensatore di fama mondiale, Gianpiero Gamaleri (Uninettuno Roma, studioso di Marshall McLuhan), Luca Serianni, Accademico dei Lincei, e Antonio Augenti, curatore del convegno, che ha sottolineato i segnali di disagio nel clima educativo, in cui troppo spesso i docenti non vedono l’ora di andare in pensione e non stimano l’organizzazione in cui lavoro, in cui molti genitori non si affiancano alla scuola nella sua opera educativa.

Come è stato rilevato la scuola – non solo in Italia – ha mantenuto un impianto di tipo tradizionale: in parte per la elevata resilienza o resistenza dei sistemi, particolarmente accentuata in Italia, in parte perché non si è sviluppata (tranne che negli Stati Uniti, ma per ora in modesta misura, con il fenomeno dello homeschooling) una alternativa organica al modello organizzativo classico, fatto di edifici, aule, laboratori, libri di testo solo in parte digitalizzati, e poi insegnanti, insegnamenti e valutazione didattica essenzialmente disciplinari.

Ma l’iperbolico sviluppo delle nuove tecnologie e dei nuovi devices come gli smartphone di ultima generazione, i visori per la realtà virtuale e aumentata, gli esperimenti di immersive education e di flipped classroom – la classe capovolta – inducono a ritenere che si stiano accelerando i tempi di un radicale ridisegno della funzione della scuola come istituzione, con il definitivo spostamento dell’accento dall’insegnamento (e quindi dall’insegnante come ‘trasmettitore’ di conoscenza) all’apprendimento (e quindi all’alunno che co-costruisce il suo percorso interagendo con i suoi compagni in ambienti tecnologicamente attrezzati e con insegnanti in funzione di tutor).

Derrick De Kerckhove ho sottolineato come ormai esistono tre spazi: quello fisico, che ben conosciamo, quello mentale – che è in genere il campo di azione della scuola; a metà tra i due si è inserito lo spazio virtuale, già disponibile sui nostri smartphone: “la scuola dovrà occuparsene”, ha detto il noto studioso discepolo di McLuhan.

Il convegno ha provato a gettare lo sguardo sul futuro della scuola italiana avvalendosi anche di alcune testimonianze su esperienze d’avanguardia in corso in alcuni istituti, e si è interrogato sulle caratteristiche di un modello educativo che sappia conciliare la formazione tecnologica con quella umanistica.   

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