La rivoluzione organizzativa della rete del 1° ciclo

Sarà l’anno della rivoluzione organizzativa della rete scolastica per le istituzioni del 1° ciclo.

Il decreto legge n. 98, convertito nella legge 15 luglio 2011, n. 111, ha previsto la soppressione di tutte le direzioni didattiche e di tutti gli istituti principali di secondaria di I grado per costituire per l’intero 1° ciclo soltanto istituti comprensivi. Ma c’è di più: i nuovi e i vecchi istituti comprensivi dovranno avere una dimensione di almeno mille alunni contro i 500-900 attualmente previsti. Infine, le istituzioni scolastiche sottodimensionate saranno affidate in reggenza ad altro dirigente perché saranno private della titolarità della direzione dirigenziale.

Tuttoscuola ha dedicato a questa riforma organizzativa della rete scolastica un dossier (scaricabile gratuitamente da www.tuttoscuola.com) nel quale ha stimato una chiusura di oltre 1.100 istituzioni scolastiche e la riduzione degli organici amministrativi delle scuole. L’organico dei dirigenti scolastici potrebbe avere una contrazione di oltre 3.100 posti.

Quali gli obiettivi di questa manovra, che si inserisce nel quadro delle “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”? La generalizzazione del modello degli istituti comprensivi è mirata a favorire la continuità didattica tra scuola primaria e media, e i risparmi che conseguiranno serviranno a finanziare il sistema nazionale di valutazione, articolato su tre pilastri (Invalsi, Indire, servizio ispettivo).

La macchina di questo “tsunami” organizzativo dovrebbe mettersi in movimento a breve. Spetterà inizialmente a ciascuna regione definire i criteri per l’assestamento della rete. Per non incidere sull’organizzazione del successivo anno scolastico, i piani dovranno essere definiti entro e non oltre il 31 dicembre prossimo. Riteniamo che questa volta, tra i criteri da adottare, le regioni dovranno valutare l’opportunità di prevedere istituzioni scolastiche interdistrettuali, superando il vincolo formale anacronistico dei distretti scolastici.

Poi toccherà ai Comuni assicurare concretezza operativa ai criteri della nuova rete, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni scolastiche in scelte che dovranno cercare il massimo di razionalizzazione e di funzionalità, tenendo presente, oltre alla norma legislativa, anche un criterio di perequazione organizzativa.