Questo ragionamento può portare a fissare tra i criteri quello di… pagare di più i prof di matematica? “Dobbiamo rompere questo tabù – sostiene Gavosto. Lanciare un piano straordinario per incentivare i laureati in matematica a scegliere la carriera docente. Un po’ come si fa con i soldati che vanno a fare peacekeeping all’estero. Altrimenti i migliori continueranno ad andare a lavorare nel privato e le nostre scuole e i nostri figli resteranno senza i bravi docenti di cui tanto avrebbero bisogno”.

Forse è necessario approfondire il discorso esaminando meglio il concetto di criterio di merito. Se è condivisibile l’affermazione che impostare un’azione di miglioramento nelle scuole non può non passare dalla strettoia dei risultati deludenti in matematica, allora un criterio di assegnazione dei bonus potrebbe essere attinente alla valutazione degli apprendimenti in matematica, ai migliori risultati ottenuti, al minor insuccesso scolastico degli studenti, ad una maggiore propensione degli studenti, e soprattutto delle studentesse, a frequentare facoltà scientifiche.

Se già oggi, senza bonus, alcuni insegnanti particolarmente motivati si impegnano in progetti sperimentali e impegnativi, come Math in Progress a Lodi, formandosi seriamente, riflettendo, sperimentando in classe, documentando pazientemente il loro lavoro. E’ probabile che con un’adeguata gratificazione, anche economica, possa aumentare il numero dei docenti disposti ad impegnarsi nella scuola, diminuendo il numero di coloro che scelgono questa professione come ripiego ed alzando contemporaneamente gli standard di qualità.

La conoscenza del fenomeno di carenza di professionalità per molti insegnamenti tecno-scientifici, evidenziato anche da Tuttoscuola fin dal lontano 2002, documenta una situazione preoccupante che richiede di essere esaminata con la massima urgenza dalla classe politica ma anche a livello universitario, se si tiene conto che qualificate risorse professionali sono la principale leva di miglioramento degli esiti formativi.