La privacy uccide la leggenda di Babbo Natale?

Ad Anchorage, in Alaska, dove da oltre mezzo secolo vengono spedite a Babbo Natale migliaia e migliaia di lettere dei bambini americani (e non solo), l’amministrazione postale ha deciso di bloccare le spedizioni, decidendo, a quanto pare, di mandare al macero moltissimi sacchi di posta indirizzata a “Babbo Natale, 101 Santa Claus lane, Polo Nord”.

Ragione di questa decisione? Alle poste sono preoccupati che qualcuno possa “rubare” gli indirizzi dei bambini e farne un uso non troppo legittimo, come, ad esempio, adescamenti pedofili.

Al posto delle risposte che da sempre numerosi volontari (che si firmano “elfi aiutanti”) scrivono ai bambini, si è pensato di ricorrere ad un complicato sistema informatico che sostituisce nomi e indirizzi con un codice a barre, per assicurare la massima riservatezza, a tutela della privacy dei piccoli ammiratori di Babbo Natale.

Le Poste americane non sono, tuttavia, convinte della soluzione adottata e, inoltre, ad Anchorage molti temono che vi possa essere un danno economico. La questione è arrivata a Washington dove alcuni senatori si sono mossi per salvare la tradizione di Babbo Natale e delle letterine che gli vengono inviate da tutto il mondo.

E in Italia? Qui il rischio di mandare al macero le circa 130 mila lettere che ogni anno vengono indirizzate a Babbo Natale non c’è, tanto che le Poste italiane hanno predisposto un libro dedicato alla leggenda “Io ci credo che esisti…”