La parola a un insegnante: “Grazie Papa, spero che la politica ti ascolti”

Sulle parole di Papa Francesco sulla scuola e sugli insegnanti mal pagati al congresso mondiale organizzato sabato 21 dalla Congregazione per la scuola cattolica l’agenzia Ansa ha intervistato un docente. Riportiamo integralmente il bel servizio.

Il Papa ci aiuta, è confortevole sentire le sue parole, ora speriamo che facciano breccia sulla politica, che di fatto non riconosce il nostro ruolo”. A parlare è Franco Flamini, insegnante da quasi quarant’anni, e oggi professore di lettere nella scuola media, all’Istituto Comprensivo di Marino, vicino Roma. Le parole del pontefice, che oggi ha sottolineato come gli insegnanti siano tra i lavoratori più malpagati, “aiutano ad andare avanti”.

Non è la prima volta – ricorda Franco parlando con l’ANSA – che il Papa parla del nostro lavoro, perché sa benissimo che molto passa proprio attraverso le nostre figure, il nostro ruolo. Forse neanche lo immaginavamo. Il discorso dell’accoglienza, di una società multietnica, multiculturale, tutto passa attraverso la scuola. Guardiamo ai problemi che ci attanagliano in queste ore”.

 Agli insegnanti, che hanno queste responsabilità “è chiesto di lavorare con un contratto scaduto da sei anni. E con quello che il governo Renzi ci vuole dare, è voler creare un domani sul nulla. Certo, conosciamo il dramma della disoccupazione, lo vediamo nelle facce dei bambini e dei ragazzi, ma abbiamo bisogno di un riconoscimento morale ed economico”. Le risposte sono necessarie “perché abbiamo bisogno di persone che amino il loro lavoro. Io insegno lettere, la più bella materia che esiste, da quasi quarant’anni e, le assicuro, non ho perso l’entusiasmo”. Però uno stipendio adeguato vuol dire dare “dignità, riconoscimento del ruolo”. “Siamo molto malpagati e se non rimettiamo al centro la scuola, la formazione, rischiamo di creare un mondo disumano”.

Franco concorda con il Papa quando avverte che la scuola rischia di diventare selettiva. “Dobbiamo aprire gli istituti anche il pomeriggio, non per le ripetizioni ma per dare il modo ai ragazzi di arricchirsi, di avere delle opportunità che fuori non hanno”. Magari con l’arte o lo sport, come indicato dallo stesso Papa.

Ma Franco ci tiene infine a dire una cosa anche sul mondo cattolico “perché oltre ad essere insegnante sono anche un sindacalista. Occorrerebbe che le scuole private cattoliche trattassero i professori come tali. Sono proprio loro i meno pagati di noi già tutti malpagati. E aggiungiamo, spesso anche leggermente sfruttati perché chiamati a lavorare oltre misura”.

E su questo – aggiungiamo noi di Tuttoscuola – può fare qualcosa di concreto anche lo Stato, assegnando la carta da 500 euro per l’aggiornamento anche ai docenti delle scuole paritarie, come da noi già proposto (approfondimenti: La Buona scuola dimentica i docenti delle paritarie http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37280 e Card per docenti delle paritarie? Basterebbero 15 milioni di euro http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37281 ).