
La nuova rete scolastica appesantisce il sistema distruzione
La riforma della rete scolastica, imposta dalla legge n. 111/2011, non è mai andata giù ai sindacati, soprattutto per le riduzioni di organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA.
La settimana scorsa, nell’incontro presso il ministero, le Organizzazioni sindacali hanno dovuto prendere atto, anche per il 2013-14, di un’ulteriore riduzione (-482) del numero di istituzioni scolastiche, senza che sia stato risolta sostanzialmente la questione delle sedi prive di dirigenti scolastici e di DSGA.
Le istituzioni scolastiche passano da 9.135 dell’anno corrente a 8.653 nel 2013-2014, mentre quelle con dirigente scolastico e direttore dei servizi (DSGA) passano da 8.106 a 8.094 (che diventano 8.149 se si considerano anche le sedi Centri per l’Istruzione degli Adulti-CPIA) che, comunque, verranno attivate dal 2014-15.
I sindacati restano critici anche di fronte ai nuovi assetti, in attesa di una radicale modifica della legge sul dimensionamento.
La Cgil-scuola sul proprio sito (www.flcgil.it) riassume le maggiori criticità della nuova rete e i correttivi da apportare (sia in Conferenza unificata che in Parlamento):
- il dimensionamento effettuato va profondamente ripensato perché contrario a basilari principi di buona organizzazione e di un’offerta formativa di qualità (le scuole sovradimensionate e male assortite, e che nessuno ha toccato, benché scaturenti da una normativa incostituzionale quale quella che ha imposto Istituti Comprensivi di almeno mille alunni, sono l’esatto opposto della funzionalità);
- vanno superate le norme che impediscono la preposizione di dirigente scolastico e DSGA alle scuole cosiddette sottodimensionate (sotto i 600 alunni e i 400 nelle situazioni particolari);
- va ripensata la stessa media dei 900 alunni che non fa i conti con le specificità territoriali e non tiene conto delle ingestibilità delle scuole sovradimensionate, pluriplesso o insistenti su più comuni.
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