Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La nuova figura dell’insegnante di sostegno: la posizione di Gessetti Rotti

- La posizione dell'associazione "Gessetti Rotti"riguardo la nuova figura dell'insegnante di sostegno - La proposta: la codocenza

Sono molti i timori e le speranze riguardanti la figura dell’insegnante di sostegno nell’ambito della riforma della “Buona scuola”. Ciò che sembra emergere è che ci sia bisogno soprattutto di definire quale possa essere la nuova identità di una figura così importante per la qualità stessa della scuola.

 Prosegue il viaggio di Tuttoscuola all’interno del mondo associativo, attraverso l’incontro con Vincenzo Fiano, consigliere direttivo di “Gessetti Rotti”, un’associazione di insegnanti di recente costituzione[1].

Secondo Fiano, “il dibattito sulla riforma del Sostegno, tra Anief e AIPD – FAND, si è concentrato per lo più sulla definizione del nuovo insegnante di sostegno“.

Salvatore Nocera, in un suo comunicato, ci ha tenuto a chiarire che rifiuta l’etichetta del docente medico, sostenendo che dopo la riforma il docente di sostegno attraverserà un percorso formativo più orientato alle competenze sulle patologie, ma anche alle conseguenti strategie didattiche da adottare per l’inclusione. È prevista l’istituzione di specifici ruoli per il sostegno che, per Nocera, garantiranno la continuità didattica, consentendo il passaggio da docente specializzato sul sostegno a docente curricolare dopo 10 anni, e non dopo cinque come accade attualmente. Insomma, appare chiaro come per l’AIPD il rischio di medicalizzazione non si porrebbe affatto.

Ebbene, benché questa nuova figura di docente non sia assimilabile a quella del medico, alla fine si rischia che non possa neanche più essere equiparabile a quella del docente. Nocera si rifà a Ianes, ma la provocazione di quest’ultimo, sull’abolizione del docente di sostegno (“L’evoluzione dell’insegnante di sostegno”, Erickson, 2015), voleva essere solo un richiamo alla responsabilizzazione di tutto il consiglio di classe sull’inclusione.

Allo stato attuale, spesso l’insegnante di sostegno è visto, ed interpreta anche da sé, il ruolo del docente personalizzato dello studente in situazione di disabilità: perciò quella provocazione è volta a superare questa concezione dell’insegnante di sostegno che, invece di integrare, fa parte della barriera che separa e allontana l’alunno in situazione di disabilità dal resto della classe e dagli altri docenti.

“Siamo sicuri” – prosegue Fiano –  “che l’iperspecializzazione sull’inclusione, prevista dalla riforma, con tanto di percorso formativo radicalmente diverso da quello di tutti gli altri insegnanti, non generi una figura su cui invece si concentreranno ulteriormente le responsabilità dell’inclusione? In altri termini, perché un docente curricolare dovrebbe sforzarsi di interagire con un alunno autistico, se in classe c’è già un “esperto” in materia?”

Prosegue Fiano “la riforma ospita anche punti positivi, come la formazione del personale della scuola sull’inclusione e le due ore mensili di programmazione, ma l’impianto su cui poggiano resta molto discutibile.

L’attuale prassi inclusiva nella scuola è sicuramente da rivedere, ma bisogna battere altre strade, anche andando per tentativi. Interessante ci sembra la proposta di Daniela Boscolo sulla co-docenza: la nostra visione è quella di un insegnante sperimentale che, laddove possibile, ricopra non solo il ruolo del docente di sostegno, ma che divida la cattedra della propria disciplina con l’insegnante curricolare della classe. Se il problema è l’adozione di un rigido schematismo dei ruoli, che separa nettamente l’insegnante di uno dall’insegnante di tutti, allora bisognerebbe rimescolare le carte, mettere in discussione questi ruoli nelle convinzioni degli studenti, dei genitori e degli stessi docenti.”

La posizione di Gessetti Rotti in materia è chiara “L’insegnante di sostegno non è l’esecutore dell’inclusione scolastica, ma il regista, che ne coordina i processi: coinvolge il gruppo dei pari, il consiglio di classe e chiunque altro possa avere un ruolo nell’inclusione dell’alunno. La condizione migliore in cui svolgere questo lavoro richiede certamente una formazione più specifica, ma anche la consapevolezza di avere un ruolo che va oltre il sedersi vicino il proprio alunno.”

 

[1] Gessetti Rotti è un’associazione di insegnanti volta a promuovere una rivalutazione del docente e a difendere e migliorare la scuola pubblica. L’associazione sta per avviare una campagna informativa sulla riforma del sostegno, ed ha già predisposto uno sportello per l’inclusione scolastica, rivolto a docenti di sostegno e curricolari, dirigenti scolastici, famiglie e alunni. Chi fosse interessato, può inviare un’email all’indirizzo: sosteniamoci@gessettirotti.it

 

 

Forgot Password