La newsletter compie 6 anni/5. Alcuni obiettivi strategici prioritari

Senza pretese di completezza, proviamo qui ad indicare alcuni degli obiettivi strategici di medio-lungo periodo che ci sembrano prioritari e tali da richiedere una ampia convergenza politica e sociale per essere coerentemente perseguiti.
Sul versante della qualità del sistema:
• spostamento dell’accento dai programmi e dai contenuti ai risultati e alle competenze chiave;
• superamento del dualismo cultura classica/cultura tecnico-professionale, individuando un nucleo comune di conoscenze e competenze in uscita dalla formazione preuniversitaria;
• miglioramento delle performances medie degli allievi della scuola italiana a tutti i livelli;
• riqualificazione della spesa per l’istruzione riducendo il costo per allievo, anche attraverso l’alleggerimento degli orari di lezione, e aumentando la quota destinata ad investimenti (formazione docenti, tecnologie, valutazione, ricerca e sviluppo);
• carriera professionale per i docenti, articolandone figure e compiti;
• piena autonomia delle scuole, anche in ordine alla scelta dei dirigenti e dei docenti, sulla base della loro competenza professionale certificata.

Sul piano dell’equità del sistema:
• forte riduzione della dispersione scolastica, fissando obiettivi e tempi certi;
• formazione di figure professionali specializzate nella lotta contro la dispersione
• progressiva riduzione delle disparità di rendimento tra gli allievi a livello territoriale e per tipologia di scuola;
• incentivi per le scuole e il personale che ottengono risultati, valutabili con criteri oggettivi, sul piano del miglioramento delle performances degli allievi (il meccanismo potrebbe ispirarsi a quello adottato negli USA con la legge No Child Left Behind);
• valorizzazione del merito individuale, ampliando la gamma dei riconoscimenti (esenzione da tasse e contributi, premi in libri e tecnologie, viaggi di istruzione…);

A sostegno delle politiche innovative, e in analogia con quanto avviene in altri Paesi, si dovrebbero costituire almeno due organismi indipendenti a livello nazionale, adeguatamente strutturati e finanziati: uno per la Ricerca e Sviluppo e l’altro per la Valutazione. Non ci pare che gli attuali enti nazionali vigilati dal Ministero, l’ex Indire (ed ex BDP) ora trasformato in Agenzia per l’autonomia, e l’Invalsi di Frascati (ex Cede), abbiano la dimensione necessaria e l’altrettanto necessaria indipendenza dal potere esecutivo.