La malattia non puó trasformarsi in un arresto domiciliare

Sulle norme restrittive previste dal recente decreto legge 112/2008 per le malattie dei dipendenti pubblici prende posizione anche il sindacato Gilda degli insegnanti.

“Secondo quanto stabilito dal decreto legge 112/2008, il dipendente pubblico costretto a chiedere un congedo per malattia può godere di una sola ora al giorno fuori casa. Praticamente gli sono concessi appena 60 minuti “di aria”, quasi come se si trovasse agli arresti domiciliari”. A denunciarlo è la Gilda degli Insegnanti, che commenta criticamente l’articolo 71 del decreto elgge 112 del 25 giugno scorso.

“Nei giorni di malattia – spiega l’associazione – al dipendente viene corrisposto solo il trattamento economico fondamentale. Niente indennità, quindi, o salario accessorio. La norma che vorrebbe colpire l’assenteismo dei pubblici dipendenti, oltre che tagliare la busta paga, nei fatti limita la libertà delle persone e condanna l’ammalato ad una sorta di arresti domiciliari. Un conto è punire chi approfitta, con la complicità del medico, delle norme che garantiscono i diritti dell’ammalato – conclude la Gilda degli insegnanti – altro discorso è varare norme disumane che ledono la dignità delle persone”.