La Legge di Bilancio 2025 e il rischio di una scuola ‘sanitarizzata’

di Maria Angela Grassi*

La recente approvazione della Legge di Bilancio 2025 ha suscitato un ampio dibattito e una serie di reazioni, tra cui un forte allarme da parte delle principali associazioni professionali di pedagogisti ed educatori, in particolare per quanto riguarda l’istituzione di un fondo per il servizio di sostegno psicologico nelle scuole, finalizzato – a detta dei parlamentari che lo hanno proposto, evidentemente continuando a ignorare che la prevenzione del disagio e il benessere degli studenti non sono un’esclusiva degli psicologi -a supportare lo sviluppo della personalità degli studenti e a prevenire situazioni di rischio. Sebbene tale intento sia positivo, i presidenti di ANPE, APP, CONPED E FEDERPED hanno sollevato preoccupazioni in merito all’esclusione dalla scuola delle professioni educative, come i pedagogisti e gli educatori, le cui competenze sono essenziali per un intervento educativo integrato, a favore di un modello esclusivamente psicologico. Secondo le suddette associazioni, la scuola non deve essere “sanitarizzata”, ma deve garantire un approccio educativo e formativo integrato, che valorizzi tutte le competenze professionali necessarie per il benessere degli studenti.

Il percorso parlamentare della Legge di Bilancio 2025

La Legge 30 dicembre 2024, n. 207, conosciuta come “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”, è stata approvata definitivamente e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2024, con entrata in vigore il 1° gennaio 2025. Questo provvedimento stabilisce le previsioni finanziarie dello Stato per l’anno 2025 e per il successivo triennio, e include una serie di disposizioni economiche che interessano vari settori, tra cui quello dell’istruzione.

Il percorso parlamentare della legge che, come ogni legge di bilancio, ha dovuto seguire una precisa procedura parlamentare per la sua approvazione, ha visto un iter accelerato, con il Governo che ha posto la fiducia in entrambi i rami del Parlamento, modalità che ha impedito modifiche sostanziali al testo. In questo modo, è stato garantito un iter rapido, ma al tempo stesso, è venuta a mancare una riflessione più approfondita su alcuni aspetti cruciali, come la gestione dei servizi educativi e psicologici nelle scuole.

Dopo l’approvazione in Commissione Bilancio, infatti, la legge è stata discussa e votata in aula alla Camera dei Deputati, dove è stata approvata con il voto di fiducia il 20 dicembre scorso, per poi passare al Senato, dove è stato nuovamente posto il voto di fiducia. Successivamente, il 28 dicembre 2024, la legge è stata approvata al Senato, in prima lettura e senza modifiche, e successivamente promulgata dal Presidente della Repubblica.

Il rischio di una scuola “sanitarizzata”

L’articolo 60 bis della Legge di Bilancio 2025 prevede la creazione di un fondo per il servizio di sostegno psicologico nelle scuole, con l’obiettivo di promuovere il benessere degli studenti e prevenire il disagio psicologico. Come accennato in precedenza, sebbene si riconosca l’importanza di questi interventi, è necessario sottolineare un aspetto che appare gravemente rischioso: la scuola non può e non deve essere trasformata in un ambiente esclusivamente “sanitario”. La scuola è un luogo di educazione e formazione, non un contesto in cui il supporto psicologico possa prevalere su altre competenze fondamentali per lo sviluppo integrale degli studenti.

A questo proposito, non sembra adeguata la scelta di concentrare gli interventi principalmente sul sostegno psicologico escludendo figure professionali indispensabili, come i pedagogisti e gli educatori socio-pedagogici, che svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere una crescita equilibrata e complessiva degli studenti, intervenendo nelle dimensioni emotiva, sociale e intellettuale. L’assenza di un intervento integrato che includa tutte le competenze professionali rischia di impoverire l’intero sistema educativo, riducendo la scuola a un luogo che si concentra solo sugli aspetti psicologici, trascurando quelli educativi e formativi.

L’appello delle associazioni di pedagogisti ed educatori

Appunto per questo, nel mese di dicembre 2024, in fase di applicazione della legge, le principali associazioni professionali di pedagogisti ed educatori – ANPE, APP, CONPED e FEDERPED – con un comunicato stampa, hanno espresso il loro disappunto in merito alla proposta contenuta nell’emendamento che ha dato origine all’articolo 60 bis della Legge di Bilancio. Le associazioni hanno ribadito – come peraltro fanno da anni e continueranno a fare –  che la scuola deve essere un luogo in cui si valorizza la pluralità delle competenze, con una visione integrata e collaborativa che includa pedagogisti ed educatori per poter rispondere alle diverse esigenze degli studenti e garantire un intervento educativo completo ed efficace.

Inoltre, le stesse organizzazioni hanno sollevato il tema del ritardo nell’attuazione della legge 55/2024, che riguarda l’istituzione degli albi professionali per i pedagogisti e gli educatori, ritenendo questo ritardo inaccettabile, soprattutto in un momento in cui il sistema educativo e sociale italiano necessita di un supporto qualificato e tempestivo, e hanno chiesto con urgenza una risposta chiara e rapida per garantire che questa legge venga finalmente attuata, per non compromettere ulteriormente la qualità dei servizi educativi e sociali.

Un appello per un sistema educativo integrato

In conclusione, se da un lato la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto misure rilevanti per il sostegno psicologico nelle scuole, dall’altro ha sollevato un’importante discussione sulla necessità di un approccio integrato che non escluda nessuna delle figure professionali cruciali per il benessere degli studenti. La scuola deve valorizzare la pluralità delle diverse competenze professionali per rispondere adeguatamente alle sfide educative del nostro tempo. È essenziale che il sistema educativo non perda di vista il proprio obiettivo primario: l’educazione, che passa attraverso la valorizzazione della crescita emotiva, sociale e intellettuale degli studenti.

La priorità rimane quella di salvaguardare e promuovere un’educazione che metta al centro il benessere complessivo degli studenti, senza ridurre il loro sviluppo a un unico ambito, ma garantendo l’integrazione delle diverse competenze professionali al servizio di una visione educativa completa e integrata.

*Presidente Nazionale ANPE, Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani

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