La Gelmini esce bene dall’incontro con i sindacati

L’incontro tra il ministro Gelmini e i sindacati della scuola all’indomani del varo definitivo della manovra finanziaria era stato preceduto da pesanti valutazioni e dichiarazioni che facevano pensare allo scontro. Ma non è stato così, anche se le posizioni sono state espresse con molta franchezza.

Il ministro sembra esserne uscito bene, spostando la discussione su questioni di metodo (confronto settimanale da settembre su tavoli tecnici relativi ai diversi aspetti della manovra) e glissando su aspetti specifici del provvedimento varato dal Parlamento.

Ha sottolineato che la manovra economica messa in campo dal Governo prevede per la scuola, come per gli altri comparti, sacrifici pesanti e ha ammesso, secondo fonti sindacali, che forse l’asticella è stato posta troppo in alto.

Ha annunciato la sua intenzione di aprire un confronto con il Ministro dell’economia e delle finanze per valutare la reale portata della manovra sulla scuola, lasciando intendere che il confronto con il MEF sarà aspro e che si impegna a continuare a difendere la scuola.

Per Gelmini non sempre si tratta di tagli di risorse, perché alcuni interventi possono muovere anche solo dall’intenzione di apportare miglioramenti di sistema a costo zero. Si tratta, per esempio, di intervenire sull’assetto organizzativo, sul reclutamento e sulla valutazione dei docenti, sui programmi, sulle indicazioni nazionali, sulle classi di concorso.

Il ministro ha confermato, anche in questa occasione, la sua linea del dialogo, facendo chiaramente capire che il confronto su specifici tavoli tecnici per analizzare alcuni punti essenziali su cui trovare possibilmente punti di intesa, ha anche lo scopo di evitare uno scontro frontale che la manovra potrebbe determinare e da cui non nascerebbe niente di utile per la scuola nel suo complesso.