La formazione dei docenti: verso il monopolio dello Stato formatore? E i soldi?

Cosa dire dei meccanismi di formazione? La bozza di decreto conferisce (articolo 6) all’INDIRE nuove competenze, determinando un eccessivo accentramento nell’ente di iniziative “di formazione degli insegnanti in servizio finalizzate alla generalizzazione e diffusione delle innovazioni didattiche introdotte dalla legge 28 marzo 2003, n.53…” che potrebbe avere una ricaduta negativa sul pluralismo culturale e scientifico nonché sulle decisioni delle scuole autonome, alle quali non si può limitare la libertà di coinvolgimento di soggetti diversi (enti di formazione privati, associazioni, etc.).
E i finanziamenti? Nella bozza non sono quantificate le risorse da riservare al nuovo sistema di formazione iniziale dei docenti. Infatti non configurano una piena copertura finanziaria né i “proventi derivanti dal pagamento delle tasse e dei contributi a carico dei corsisti iscritti ai corsi di laurea magistrale e di diploma accademico di secondo livello“, né il riferimento ai finanziamenti previsti nel decreto 5 agosto 2004, n. 262.
Eppure l’emanazione dei decreti legislativi la cui attuazione comporti nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica è, a norma dell’articolo 7, comma ottavo della legge n. 53/2003, condizionata dall’approvazione di provvedimenti legislativi che stanziano le risorse finanziarie allo scopo destinate.
Forse parafrasando un detto antico possiamo dire che per la riforma Moratti la legge “si interpreta” mentre per il piano pluriennale di assunzione del personale previsto dalla legge 143/2004 “si applica alla lettera”.