La Fondazione Agnelli chiede più dinamismo nelle carriere degli insegnanti

Ieri la Fondazione Gianni Agnelli ha presentato a Bologna il “Rapporto sulla scuola in Italia 2009”. Si tratta di un testo che sintetizza 11 ricerche originali ed esamina luci e ombre dell’istruzione nel nostro Paese, consegnando un quadro (risultante anche dal 1° Rapporto sulla qualità nella scuola 2007 di Tuttoscuola) in cui gli insegnanti risultano avere un’età media elevata, con la fascia più consistente che si concentra tra i 53 e i 56 anni e scarse possibilità di carriera, cui si aggiungono i problemi sul fronte del ricambio generazionale.

Il direttore della Fondazione Andrea Gavosto ha spiegato che “nel prossimo anno dovrebbero uscire dalla scuola circa 300 mila insegnanti (circa un terzo del totale) a fronte di 240 mila docenti a tempo determinato che attendono l’ingresso di ruolo. Questa situazione potrebbe essere un’opportunità di ricambio, ma anche saturare il fabbisogno, nel caso vengano assunti tutti i supplenti. Il rischio, insomma, è che per i prossimi 20 anni non ci sia alcuna possibilità di accesso per i 30enni di oggi che hanno la vocazione dell’insegnamento, senza considerare che la scuola non può permettersi il lusso di saltare un’intera generazione” Un problema non da poco che, secondo Gavosto, potrebbe essere risolto attraverso “una modifica dell’attuale meccanismo delle 8.000 graduatorie provinciali“.

La soluzione di Gavosto è quella di istituire “un Albo degli insegnanti cui le scuole possano attingere a seconda del loro fabbisogno“. “La proposta è far sì che i docenti possano scegliere le scuole che mettono a bando i loro posti e le scuole possano scegliere gli insegnanti” ha detto Gavosto, che propone questo cambiamento anche per evitare la stagnazione delle carriere degli insegnanti. Su questo punto, infatti, la ricerca avanza l’ipotesi di introdurre incentivi e una differenziazione degli stipendi in base alla materia insegnata, alle funzioni obiettivo e ai risultati d’equipe.

La Fondazione, in sostanza, propone di pagare di più gli insegnanti, più bravi, con maggiori incarichi e anche quelli per i quali c’è maggiore richiesta. Basti pensare che, specie al Nord, mancano gli insegnanti di matematica e di materie scientifiche. Figure che, non a caso, guadagnano 311 euro in più, in media, se impiegate in settori extrascolastici.