La croce dei presidi incaricati

Sono ancora senza risposta le richieste dei sindacati di settore per l’avvio dei concorsi che dovranno portare all’assunzione di 3.500 dirigenti scolastici, dopo che dal ministero dell’Economia è arrivato lo stop alla pubblicazione dei relativi bandi.
In modo particolare l’Anp, che da subito ha proclamato la mobilitazione della categoria, non concede sconti o giustificazioni al rinvio, prevedendo, se necessario, di invitare i 1.500 presidi incaricati a rimettere il mandato addirittura nelle mani del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nell’incontro che i sindacati confederali hanno avuto al ministero il 12 aprile sono state fornite spiegazioni e rassicurazioni che verranno esaminate nel prossimo incontro del 17 aprile, prima di assumere iniziative di lotta.
I presidi incaricati restano quindi sul piede di guerra in attesa di fatti concreti (emanazione del bando di concorso). La loro situazione, dopo tre anni e più di incarico, è in effetti al limite (caso unico nella pubblica amministrazione), perché svolgono la funzione di dirigenti con connesse responsabilità senza averne riconoscimenti giuridici ed economici.
Per loro, secondo i sindacati firmatari del contratto dei dirigenti, deve essere corrisposta la maggior indennità di funzione spettante per l’incarico svolto.
Spetta al ministero dell’Istruzione, già sollecitato in proposito, accertare la disponibilità di bilancio e, in caso negativo, chiedere l’autorizzazione al ministro Tremonti per la nuova spesa. Potrebbe venirne un no, visti i tempi grami per spese non preventivamente calcolate. E la questione potrebbe passare allora sul tavolo di qualche giudice del lavoro.