La Cisl scuola su merito e valutazione

L'assegnazione del bonus deve essere oggetto di contrattazione di istituto. II dirigente scolastico non può esercitare un potere sostitutivo nella formulazione dei criteri

Sull’andamento dell’incontro svoltosi al Miur del 24 febbraio, con all’ordine del giorno il “fondo per la valorizzazione del merito” e il funzionamento dei neo “comitati per la valutazione dei docenti”, la Cisl scuola pubblica sul suo sito una versione ben diversa da quella offerta ieri dall’ANP, molto polemica con gli altri sindacati che hanno preso parte alla riunione.

La Cisl peraltro non spende neanche una parola per rispondere ai rilievi mossi dall’ANP. Si limita a una cronaca dei fatti dalla quale emerge la ferma intenzione dei sindacati di riportare alla contrattazione tutti i punti della legge 107 relativi al merito e alla valutazione, sottraendoli alla autonomia decisionale dei dirigenti scolastici.

Sul “Fondo per la valorizzazione del merito”, si legge nel comunicato Cisl, “il Direttore Generale delle risorse umane e finanziarie ha informato che, ai sensi del comma 126 della legge 107, il fondo di 200 milioni di euro dovrà essere assegnato direttamente alle scuole con Decreto del Ministro sulla base della consistenza degli organici del personale docente, tenendo anche conto della complessità degli Istituti e delle aree a maggior rischio educativo.

È stato proposto un percorso di coinvolgimento e condivisione nell’individuazione dei criteri di distribuzione delle risorse alle scuole, utilizzando i dati di contesto a disposizione del Miur, compresi quelli riferiti al fenomeno immigratorio, all’indice socioeconomico delle famiglie e alla numerosità degli alunni per classe.

Tutte le organizzazioni sindacali – sottolineando che il fondo in questione è, per espressa indicazione della legge, “salario accessorio”

  • hanno affermato con forza che l’assegnazione del bonus deve essere oggetto di contrattazione di istituto per disciplinare i criteri di distribuzione e di ripartizione delle risorse;
  • hanno richiamato la posizione – unitariamente assunta con il documento di settembre 2015 – ispirata a salvaguardare un’idea di scuola fondata su partecipazione, collegialità e condivisione.

I dirigenti ministeriali si sono riservata una verifica con i propri vertici “politici”. Il prossimo incontro – per l’esame di una proposta concreta – sarà programmato nella prima settimana di marzo.

Sul  “Comitato per la valutazione dei docenti”, secondo punto all’ordine del giorno, “il Direttore Generale degli ordinamenti e della valutazione ha introdotto l’argomento elencando, tra le altre, alcune questioni controverse:

  • la modalità per la regolare costituzione dei comitati;
  • la necessità della presenza di tutti i membri per la validità delle decisioni.

Si tratta in sostanza di dover interpretare la norma vista la lacunosità della legge stessa.

Tutte le organizzazioni sindacali hanno espresso le seguenti posizioni:

  • il Comitato è da considerare validamente costituito quando siano stati individuati i rappresentanti di tutte le componenti previste;
  • il Comitato, nella fase deliberativa, funziona come collegio perfetto;
  • il dirigente scolastico non può esercitare un potere sostitutivo nella formulazione dei criteri.

L’Amministrazione ha dichiarato di aver richiesto un parere tecnico al proprio Ufficio legislativo, impegnandosi anche su questo argomento ad una riconvocazione delle organizzazioni sindacali entro la prossima settimana”.

Due campane, quella dell’ANP e quella della Cisl e degli altri sindacati ‘rappresentativi’, che al momento suonano musiche difficilmente compatibili. È significativo che la delegazione del Miur presente all’incontro si sia riservata di sottoporre le questioni in campo ai propri “vertici politici”, chiamati a una non facile composizione.