La CISL Scuola contesta i decreti per le prove di accesso al TFA

In data 11 novembre, ultimo giorno in carica del ministro Gelmini, sono stati firmati due decreti ministeriali riguardanti le modalità di svolgimento delle prove di accesso al TFA e ai percorsi formativi di abilitazione per scuola dell’infanzia e primaria. 

La CISL Scuola ha espresso riserve di metodo e di merito sui due provvedimenti.

Sul metodo il sindacato di Scrima lamenta l’emanazione dei decreti,  nonostante fosse in pieno svolgimento il confronto con i sindacati con impegni per ulteriori approfondimenti.

Nel merito la Cisl-scuola è molto critica, perché, a suo modo di vedere, “i contenuti cui fanno riferimento le prove di accesso, soprattutto per quanto riguarda i percorsi per l’infanzia e la primaria, sembrano andare molto al di là del mero accertamento di conoscenze disciplinari e competenze in lingua italiana. Il riferimento ai programmi d’esame dei concorsi del 1999, che appare quanto meno obsoleto e addirittura paradossale in un contesto che dovrebbe traguardare una profonda innovazione, porta ad ampliare l’area delle tematiche prese in considerazione ben oltre i confini delle conoscenze disciplinari, tant’è che per infanzia e primaria nel definire l’oggetto del test preliminare si accenna espressamente – art. 2 comma 7 – ad una verifica delle conoscenze “didattiche, pedagogiche e disciplinari”.

Ne consegue  – continua il comunicato sindacale – una connotazione delle prove configurabile alla stregua di una valutazione in uscita del percorso formativo, più che di un accertamento in ingesso, .

Poiché è evidente che siamo di fronte a provvedimenti che risentono della concitazione propria di una fase di passaggio a nuovi assetti di governo del MIUR, è senz’altro opportuno che gli stessi siano fatti oggetto di una rivisitazione per ricondurli a maggior coerenza con i contenuti del DM 249. Resta inoltre la necessità che si definiscano in tempi rapidi le questioni oggetto dell’informativa del 3 novembre, a partire dai contenuti dei decreti relativi alla programmazione dell’offerta formativa da parte delle Università, senza i quali non sarà possibile che queste attivino, con proprio bando, le procedure di iscrizione”.