Istruzione tecnica non decolla: un problema di comunicazione?

Promosso dal Miur e dall’Ansas (ex Indire) nell’ambito delle attività del ‘Progetto Qualità’, nato una quindicina di anni fa da un protocollo di intesa tra Ministero e Confindustria, si è svolto a Ischia nei giorni 27 e 28 settembre 2010 un affollato convegno nazionale sul tema Rete Qualità e Istruzione tecnica, coordinato dal capo della segreteria del ministro Gelmini, Pasquale Capo.   

L’occasione è servita per fare il punto sulla recente riforma dell’istruzione tecnica e per far emergere, come è  nella consuetudine del ‘progetto Qualità’, le migliori esperienze innovative realizzate sul territorio.

Nell’ambito del convegno si è svolta anche una tavola rotonda sul tema ‘Comunicare la nuova istruzione tecnica’. Il coordinatore del confronto, il giornalista del Sole-24 ore Giovanni Parente, interpretando una preoccupazione diffusa tra molti partecipanti, ha esplicitamente chiesto ai relatori di cercare di spiegare perché l’istruzione tecnica continua a perdere iscritti e ad apparire all’opinione pubblica come una scuola di ‘serie B’.

Perché non si fa abbastanza per far sapere ciò che siamo e ciò che facciamo“, è la risposta data da Gianni Zen, dirigente scolastico che fa parte della ‘Delivery unit’ (gruppo di lavoro, letteralmente ‘unità di consegna’) nazionale che segue l’andamento delle sperimentazioni innovative nell’istruzione tecnica. Sostanzialmente d’accordo Antonio Curzio, dirigente dell’IIS Falcone di Pozzuoli, che proprio per aver saputo “portare in giro il prodotto” dell’istituto da lui diretto (un IIS con indirizzi sia tecnici che liceali) ha più che raddoppiato le iscrizioni alla classe prima. Più scettico Giuseppe Colosio, direttore dell’USR della Lombardia, che ha parlato di “squilibrio comunicativo” in favore dei licei e ha individuato in un più forte rapporto con le imprese e nell’alternanza scuola-lavoro (“oggi il laboratorio degli istituti tecnici è l’industria“) il rilancio dell’istruzione tecnica in termini realmente competitivi con quella liceale.

Orazio Niceforo, redattore di Tuttoscuola, ha ricondotto il mancato decollo dell’istruzione tecnica, malgrado gli sforzi compiuti dagli ultimi due governi per rilanciarla, non solo a un gap comunicativo, ma anche alla sua scarsa appetibilità sociale, dovuta alla incerta identità di questi istituti, prima licealizzati e poi delicealizzati, e privi di un chiaro, stabile e organico sbocco a livello post-secondario, paragonabile al sistema universitario per i licei. La svolta potrebbe venire dagli Istituti tecnici superiori (ITS), dal cui successo potrebbe dipendere il futuro degli istituti tecnici a livello secondario.