Istruzione e formazione professionale: accordo quadro Stato-Regioni

In attesa dei decreti legislativi sul diritto-dovere di istruzione e formazione per 12 anni, ciascuna Regione farà a modo suo, col solo vincolo della triennalità dei corsi e della costruzione di piani di studio che consentano il conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale. E’ questo il senso dell’accordo raggiunto tra i Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, che sarà formalizzato nei prossimi giorni.

L’accordo prevede infatti che tra i Ministeri, le Regioni e le Province autonome vengano sottoscritte apposite Intese, che indicheranno le “modalità anche differenziate” con le quali saranno attivati i percorsi di istruzione e formazione professionale a partire dall’anno scolastico 2003-2004. L’accordo è stato raggiunto con l’inserimento, nell’ipotesi di accordo, del riferimento alle citate “modalità differenziate”: così la Regione Emilia-Romagna potrà proseguire col suo modello di biennio unitario integrato, la Lombardia con i suoi corsi triennali, organizzati a partire dalla formazione professionale regionale, la provincia di Trento con il suo sistema integrato di istruzione e formazione, la Toscana con l’assunzione, in sostanza, del triennio di qualifica degli attuali Istituti professionali di Stato come riferimento di base per i nuovi percorsi triennali, e così via.

Il rischio è quello di una forte differenziazione territoriale dei modelli, che potrebbe riproporre l’attuale autoreferenzialità e incomunicabilità dei sistemi regionali di formazione professionale. Per ridurre tale rischio occorrerebbe stabilire fin dall’inizio le caratteristiche delle qualifiche, in termini di competenze, alla fine dei trienni. Ma l’accordo non affronta l’argomento: si limita a dire che “successivamente” saranno individuati a livello nazionale i criteri e le modalità per la definizione e il riconoscimento dei crediti formativi. Il che può risolvere, forse, il problema delle “passerelle” tra i sistemi, ma non quello dello standard nazionale delle qualifiche professionali.