Istruzione 2025: genitori, studenti e docenti chiedono un cambio di passo. E l’IA accelera il dibattito

L’istruzione europea, e italiana, è chiamata a un profondo ripensamento: lo suggeriscono con forza genitori, studenti e insegnanti secondo quanto emerge dal nuovo “Report GoStudent sul futuro dell’istruzione 2025”, un’indagine condotta in collaborazione con l’istituto Opinium su un campione di 5.859 famiglie e 300 insegnanti in sei Paesi europei, tra cui l’Italia.

Addio verifiche, benvenute simulazioni

Il dato più evidente è la crescente insoddisfazione per i metodi di valutazione tradizionali: il 62% dei genitori chiede nuove modalità, mentre il 74% degli insegnanti è favorevole alla valutazione basata sulla simulazione, già utilizzata con successo in ambito sanitario. Un segnale chiaro che la scuola dovrebbe avvicinarsi di più alla realtà, superando la logica dei “temi” e delle “verifiche” in favore di strumenti che misurino competenze complesse, come il pensiero critico e la capacità decisionale.

Intelligenza artificiale: paura o opportunità?

Mentre un quarto degli studenti europei usa già strumenti basati sull’IA, il 75% degli insegnanti non ha ricevuto alcuna formazione sul tema. Eppure, il 63% degli studenti vorrebbe che i propri docenti ne sapessero di più. Secondo il report, insegnanti e genitori concordano sul fatto che sia la scuola a dover guidare questo cambiamento, con un ruolo attivo nel formare i giovani a un uso consapevole e competente della tecnologia.

Le nuove materie: cybersicurezza, salute mentale e alfabetizzazione finanziaria

Tra le competenze del futuro, genitori e insegnanti indicano in cima alla lista la gestione dello stress, seguita da salute e benessere psicofisico, educazione finanziaria e pensiero critico. Le nuove materie che emergono con forza sono cybersicurezza e intelligenza artificiale, che secondo studenti e famiglie dovrebbero entrare stabilmente nei curricoli.

Generazione sempre online: tra rischi e consapevolezza

Il report affronta anche le sfide poste da una generazione costantemente connessa. Nonostante il 52% dei genitori pensi che i figli trascorrano troppo tempo davanti agli schermi, la stragrande maggioranza riconosce che l’accesso a Internet è oggi essenziale per prepararsi al lavoro del futuro. Il nodo, secondo GoStudent, non è vietare la tecnologia ma educare a un uso critico, responsabile e sicuro. In questa prospettiva, il 91% degli insegnanti teme l’impatto della disinformazione sui giovani e chiede più educazione mediatica.

Un sistema in ritardo, ma con margini di trasformazione

“Se personale educativo e decisori politici non intraprendono le azioni necessarie, ragazzi e ragazze termineranno il loro ciclo di istruzione senza un’adeguata preparazione all’imminente futuro hi-tech”, avverte il CEO di GoStudent, Felix Ohswald, nella prefazione al report.

Per evitare questo rischio, la strada indicata è quella della personalizzazione dell’apprendimento, della collaborazione tra pubblico e privato, e di una scuola che non vieta l’IA, ma insegna a sfruttarla in modo etico e intelligente.

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