Istituti professionali: una ricerca ISFOL sugli insegnanti

Senza adeguate garanzie, tra le quali spicca il mantenimento dello stato giuridico unico nazionale, “molto” (79.6%) o “abbastanza” (16.1%) importante per il 95.7% degli intervistati, solo il 4% degli attuali insegnanti degli Istituti professionali di Stato sarebbe comunque disposto a lavorare nel costituendo “sistema di istruzione e formazione professionale”, il cosiddetto “secondo canale”. Il 35.1% ha invece risposto con un no secco: chiederebbe il trasferimento nei licei.
E’ questo il più significativo risultato di un’indagine condotta dall’ISFOL tra 1.680 docenti di 35 Istituti professionali, distribuiti su tutto il territorio nazionale: un campione, insomma, sufficientemente rappresentativo dell’orientamento di questa categoria di insegnanti, molti dei quali, peraltro, in possesso di più abilitazioni o titolari in classi di concorso che danno diritto al trasferimento nei licei.
La disponibilità ad insegnare nel secondo canale, in presenza delle citate garanzie sullo stato giuridico, è stata espressa da quasi metà degli intervistati (48.6%), mentre un altro 16.3% ha preferito non rispondere alla domanda, ma non si è neppure dichiarato indisponibile a priori.
L’indagine dell’ISFOL ha toccato anche i formatori dei centri regionali di formazione professionale. Dai primi dati, emerge una notevole evoluzione della figura professionale dei formatori: i più giovani sono molto più affini agli insegnanti degli IPS che ai loro colleghi più anziani. La differenza la fa soprattutto il titolo di studio: i formatori delle ultime generazioni sono in netta prevalenza laureati, e non hanno altre esperienze di lavoro alle spalle. Il che dovrebbe facilitare la collaborazione con gli insegnanti statali, e la predisposizione di politiche unitarie di formazione in servizio, concordate tra Stato e Regioni.