Iscrizioni agli istituti tecnici: una crisi che viene da lontano

Gli istituti tecnici sono in questi giorni al centro dell’attenzione. Usando una metafora calcistica, sono il pezzo pregiato del calciomercato, al centro delle trattative tra chi li vorrebbe nel sistema liceale e chi ritiene che debbano costituire la spina dorsale di un secondo canale veramente di pari dignità.

Ma in realtà questi istituti stanno vivendo da anni una vera emorragia di iscritti, a favore prevalentemente dei licei. Vediamo i dati.
Nel 97/98 gli studenti dei tecnici erano il 40,4% dell’intera popolazione scolastica degli istituti di istruzione secondaria di II grado. Negli anni successivi la percentuale è stata in costante diminuzione (39,7% nel 98/99, 39% nel 99-00, 38,5% nel 2000-01, ecc.) e ha toccato nel 2003-2004 il 36,70%.

Mentre nel medesimo periodo la popolazione scolastica complessiva aumentava di circa il 3,8% corrispondente a circa 90 mila studenti in più, negli istituti tecnici si registrava una diminuzione di oltre 56 mila studenti con un decremento del 5,8%.

Se si guarda alle prime classi, si trova un’analoga situazione: nel 97/98 si iscriveva alle prime dei tecnici il 39,12% degli studenti iscritti alle prime classi in tutti gli istituti superiori, mentre, con diminuzione costante, nel 2003-04 si è iscritto il 34,9%.
Complessivamente gli studenti iscritti alle prime classi di tutti gli istituti sono aumentati nel periodo considerato di circa 44 mila unità (incremento del 7%), mentre gli iscritti nelle prime classi dei tecnici sono diminuiti di circa 9 mila unità (decremento del 3,9%).

Insomma il calo di iscrizioni nei tecnici è un fenomeno che viene da lontano, e che certo non è stato interrotto né dal nuovo Titolo V della Costituzione, che assegna la competenza esclusiva dell’istruzione e formazione professionale alle Regioni, né dalla legge di riforma del sistema di istruzione e dai progetti di decreto attuativo sul secondo ciclo.