Iperconnessione e sonno insufficiente negli adolescenti: il ruolo dei pedagogisti per contrastarne i rischi

L’articolo pubblicato su Avvenire il 15 maggio 2025 da Vito Salinaro, che riporta i dati delle Università di Cambridge e Shanghai, conferma una realtà che da tempo come pedagogisti denunciamo: il mancato riposo e l’eccessivo uso dei social media stanno compromettendo lo sviluppo cerebrale degli adolescenti. Lo studio, che ha coinvolto oltre 3.200 giovani tra i 9 e i 14 anni, dimostra come chi dorme poco e va a letto tardi presenti connessioni cerebrali più deboli, volumi ridotti in aree fondamentali come l’ippocampo, e prestazioni cognitive inferiori rispetto ai coetanei con una corretta igiene del sonno.

Questi dati scientifici confermano ciò che ho avuto modo di sottolineare nel mio articolo pubblicato nel 2023, “Pedagogia e nuove dipendenze digitali: una sfida educativa”, dove evidenziavo come l’iperconnessione possa generare forme di disagio psicologico e ridurre la capacità di concentrazione e apprendimento dei giovani. Allora, come oggi, ribadisco la necessità di un intervento educativo strutturato, che metta al centro la tutela della salute mentale e fisica degli adolescenti.

La pedagogia, infatti, non può limitarsi a essere un supporto scolastico, ma deve assumere un ruolo attivo nella promozione di stili di vita sani e consapevoli. Come ha sottolineato anche la professoressa Anna Maria Ajello nel suo recente contributo “Educare al digitale: competenze e limiti” (2024), è fondamentale sviluppare nei ragazzi competenze critiche e autocontrollo nell’uso delle tecnologie, affinché possano gestire in modo equilibrato la loro vita online e offline.

Inoltre, come evidenziato dalla professoressa Sara Carucci e dagli esperti riuniti al convegno della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia e Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, intervenire precocemente è l’unica strada per prevenire l’insorgenza di disturbi psichici cronici, sempre più frequenti in età adolescenziale. Il pedagogista, in sinergia con neuropsichiatri, psicologi e insegnanti, può progettare percorsi educativi personalizzati e promuovere ambienti scolastici e familiari che favoriscano un corretto ritmo sonno-veglia e un uso equilibrato delle tecnologie digitali.

Nel 2022, in un documento ANPE intitolato “Pedagogisti e salute mentale: un impegno imprescindibile”, abbiamo già evidenziato l’importanza di integrare la pedagogia con le neuroscienze e la psicologia per sostenere i giovani in questo delicato passaggio di vita. La recente Legge 55/2024, che riconosce la professione pedagogica, rappresenta un passo avanti decisivo per valorizzare questo ruolo.

L’ANPE continuerà a impegnarsi affinché la pedagogia sia riconosciuta come elemento imprescindibile per la qualità del sistema educativo e per la tutela della salute mentale dei giovani. Solo con un approccio integrato, basato su evidenze scientifiche e competenze pedagogiche, potremo accompagnare le nuove generazioni verso un futuro di benessere, equilibrio e pieno sviluppo delle loro potenzialità.                         

*Presidente Nazionale ANPE, Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani 

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