Invalsi/4. Ventidue Tir per accogliere i fascicoli delle prove

La carta, doverosamente riciclata, per realizzare 6 milioni e 700 mila fascicoli delle prove Invalsi di rilevazione degli apprendimenti nelle classi intermedie e nelle classi ad esame di licenza, riempie complessivamente 22 Tir.

È un dato che da solo dà l’idea delle dimensioni di questa speciale procedura valutativa che ogni anno impegna milioni di alunni e migliaia di docenti, oltre ai tecnici dell’Invalsi e alcune centinaia di esperti-preparatori delle prove.

Proprio partendo da questi dati quantitativi dei fascicoli e dei relativi costi, la prima considerazione emersa nel corso della presentazione degli esiti delle prove Invalsi al Miur giovedì 9 luglio (ad appena tre settimane dallo svolgimento della prova nazionale nell’esame di licenza media) è stata quella di cambiare radicalmente l’organizzazione, semplificando le procedure di trasmissione. Si pensa di attivare procedure telematiche; si dovrà trovar modo di evitare di scaricare sulle scuole l’onere e l’organizzazione della stampa e di attivare sui ragazzi la ricezione diretta dei fascicoli.

Da studiare, insomma.

Nel corso della presentazione, dove Roberto Ricci ha documentato con analisi puntuali le rilevazioni delle prove di quest’anno, è stato detto, tra l’altro, che gli esiti migliori si sono registrati in quelle scuole che utilizzano le prove anche come riferimento per riflettere sui propri sistemi di verifica e valutazione e pervengono a modalità più articolate e complesse proprio sulla base delle riflessioni condivise tra i docenti.   

L’autovalutazione da parte delle scuole dopo la restituzione degli esiti delle rilevazioni è certamente un modo per migliorare le prestazioni, ma anche per sfatare il tabù delle prove.

Il RAV  (il rapporto di autovalutazione) obbligherà le scuole a riflettere anche sulle prove Invalsi: un motivo per crescere, condividendo e superando le pregiudiziali ideologiche e sindacali che hanno caratterizzato quest’anno lo svolgimento delle prove.