Invalsi/2. Uno studio di caso a Trento

A sostegno della loro tesi Battistin e Schizzerotto citano i risultati di uno studio condotto nel Trentino e in alcune zone limitrofe – collocate fuori della provincia ma simili sotto il profilo socio-economico –  sugli effetti del decreto Fioroni (DM 80/07) con il quale, a partire dall’anno scolastico 2007/2008, erano stati di fatto reintrodotti gli esami di riparazione sotto forma di verifica  del recupero dei debiti formativi.

I ricercatori hanno posto a confronto gli effetti di tale provvedimento con quelli rilevati nella  provincia di Trento dove, avvalendosi della sua autonomia in materia scolastica, la provincia aveva deciso di mantenere i debiti formativi. La ricerca è stata condotta somministrando ad alunni di scuola secondaria superiore dei territori interessati apposite prove di competenza linguistica, matematica e scientifica costruite con l’Invalsi.

E’ risultato, sostengono gli autori della ricerca, che la reintroduzione degli esami di riparazione “ha moderatamente accentuato le disuguaglianze cognitive già esistenti tra studenti liceali e degli istituti tecnici/professionali e, dunque, tra studenti di origine sociale diversa”, a danno dei secondi.

Questo dimostra, a loro avviso, l’utilità della raccolta sistematica di basi informative sulle competenze scolastiche, che “non si configura come una forma di soffocamento della ricchezza culturale della scuola con ‘ignobili quiz’ (la polemica è con i Cobas, ndr), né come un tentativo di limitare la libertà di insegnamento” ma anzi, al contrario, “come uno strumento necessario per modulare ex ante gli interventi pubblici”, in modo da fornire alle scuole risorse commisurate ai bisogni dei loro allievi “e da ridurre il divario di competenze esistenti tra studenti con origini sociali differenti”.

Ma c’è anche chi sostiene che gli esami di riparazione sono uno stimolo al miglioramento dei livelli medi di apprendimento, e che a trarne beneficio sono soprattutto gli studenti più deboli, che con il sistema dei debiti mai assolti finivano per trascinarsi dietro gravi lacune senza avere mai l’opportunità di colmarle. In questo senso il pratico ristabilimento degli esami di riparazione renderebbe la scuola più democratica.

La rivalutazione degli esami di riparazione come strumenti utilizzabili a sostegno di una scuola più democratica costituisce il perfetto rovesciamento della battaglia a suo tempo combattuta da coloro che si batterono per la loro abolizione proprio in quanto simboli di una scuola antidemocratica.