Invalsi/1. Un istituto ‘democratico’?

In un breve articolo pubblicato sulla rivista online lavoce.info a firma di Erch Battistin, professore di statistica economica, e Antonio Schizzerotto, sociologo che si è spesso occupato di scuola, si sostiene che “Le prove Invalsi si configurano come un’importante base informativa per mettere a punto politiche scolastiche in grado di garantire una maggiore efficacia dei processi di apprendimento, una più equa distribuzione delle risorse educative e una riduzione delle disuguaglianze sociali”. Se ne parlerà anche in occasione del prossimo Festival dell’economia, in programma a Trento nei giorni 2-5 giugno 2011.

Gli autori dell’articolo esprimono preoccupazione perché le resistenze alle prove provengono “da un mondo – quello della scuola e della cultura – che dovrebbe educare al confronto pacato tra opinioni informate”, e che invece avanza giustificazioni anti-prove “o infondate o basate su poco ragionevoli processi alle intenzioni circa i loro usi futuri”. Per fortuna, commentano, i test di competenza disciplinare dell’Invalsi sono stati “meritoriamente sostenuti dalla ministra Gelmini”.

Secondo i due esperti le prove standardizzate predisposte dall’Invalsi “non limitano la libertà degli insegnanti, non alterano i lineamenti del processo formativo e non lo immiseriscono. Consentono, invece, di capire come funzionano le nostre istituzioni educative e permettono di cogliere le ragioni per cui alcune di esse raggiungono risultati migliori, o peggiori, di altre”. Altro che il “chiacchiericcio generato da narrazioni aneddotiche” e spesso accompagnato da “sentenziosità arbitrarie”!

Economisti e sociologi, almeno quelli che collaborano con la rivista online diretta dall’economista Tito Boeri, che di economia essenzialmente si occupa, difendono insomma a spada tratta il lavoro svolto dall’Invalsi targato  Cipollone, a sua volta proveniente da interessi e studi economici. Forse anche perché solo la raccolta di dati, elaborabili statisticamente, può a loro avviso fornire indicazioni concrete per le politiche pubbliche, comprese quelle che si occupano di scuola.