Intese diversamente larghe?

Il punto di svolta di quest’ultima, convulsa fase della vita politica italiana si è determinato quando il vice-premier nonché segretario del Pdl Angelino Alfano ha detto, parlando di sé e della componente moderata e filogovernativa del partito, di essere “diversamente berlusconiano”.

Diversamente da chi? Evidentemente dai cosiddetti ‘falchi’ berlusconiani, disposti a bruciare l’esperienza delle ‘larghe intese’ sull’altare di un nuovo, ravvicinato scontro elettorale bipolare: destra contro sinistra.

Ma alla fine lo stesso Berlusconi ha dovuto prendere atto del fatto che buona parte del Pdl (e dei suoi elettori, stando ai sondaggi) non voleva una crisi di governo, e soprattutto di questo governo, fondato su un equilibrio, come quello delle ‘larghe intese’, fortemente sostenuto dal presidente Napolitano ma anche, di fatto, privo di alternative nell’attuale Parlamento, data l’indisponibilità del Movimento 5Stelle ad allearsi con chicchessia. E verosimilmente privo di alternative anche in un eventuale nuovo Parlamento eletto con l’attuale sistema elettorale (“Porcellum”).

Sul programma del governo Letta le mediazioni sono possibili, e in molti settori c’è un sostanziale accordo. Come nel caso della politica scolastica, che di ‘larghe intese’, pur se ‘diversamente larghe’, ha un gran bisogno.