Intesa sulla produttività nel pubblico impiego

Dopo il blocco triennale dei contratti del pubblico impiego, congelati a tutto il 2012, l’intesa sottoscritta da Cisl, Uil, Confsal, Cida, Ugl e Usae con il ministro Brunetta potrebbe dare una boccata d’ossigeno ai salari.

Ne sono convinti, ovviamente, i firmatari, mentre è di parere diverso la Cgil che non voluto sottoscrivere l’intesa e ha rivolto critiche anche ai sindacati firmatari.

Le retribuzioni complessive, comprensive della parte accessoria, conseguite dai lavoratori nel corso del 2010 non dovranno diminuire”: recita così al punto 2 il protocollo d’intesa tra governo e sindacati firmatari.

Può sembrare ovvio che non vi debba essere diminuzione della retribuzione, perché il blocco dei contratti può soltanto mantenere i livelli esistenti. Sembra, invece, che non sia così, perché il decreto Brunetta del 2009 (n. 150), nel prevedere tre fasce di premialità, di cui l’ultima (il 25% dei dipendenti) senza accessorio, potrebbe lasciare intendere che per un quarto dei dipendenti non possa essere confermato nel 2011 il salario accessorio erogato nel 2010.

L’accessorio non si tocca, mentre invece gli eventuali risparmi di gestione delle varie amministrazioni possono costituire la base per premiare i dipendenti (metà delle risorse al 25% dei dipendenti e metà al 50%, mentre il restante 25% dovrebbe restare a bocca asciutta).

Per i dipendenti della scuola non è ancora ben chiaro come si riescano a trovare risparmi di gestione, visto che il 30% è già finalizzato agli obiettivi della legge.

L’8 febbraio dovrebbe essere consegnato ai sindacati della scuola lo schema di decreto per attivare nel comparto le norme Brunetta, rivisitate dall’intesa di venerdì. Si saprà, forse, qualcosa di più chiaro anche sull’impiego del 30% e il futuro degli scatti di anzianità. Forse.