Inspiegabile rifiuto della proroga per le iscrizioni

Alcuni giornali avevano anticipato la notizia, e fonti ufficiose del Miur l’avevano indirettamente avallata (parlando di considerevole ritardo nelle iscrizioni degli alunni alle prime classi delle superiori): il termine del 28 febbraio sarebbe stato prorogato di una settimana o più.

In tal senso diversi dirigenti scolastici del Lazio, regione interessata al supplemento elettorale con un’ulteriore giornata di chiusura delle scuole e delle segreterie, avevano indirizzato una richiesta di proroga al ministro Profumo, motivandola, tra l’altro, proprio con la chiusura di moltissimi uffici scolastici negli ultimi giorni di iscrizione.

La risposta di Profumo è nota: con una secca dichiarazione rilasciata all’Ansa, il ministro ha respinto ogni ipotesi di proroga, affermando che i genitori devono sapersi organizzare e che le regole vanno rispettate.

Si è trattato di una sorprendente tirata moralistica della quale non si capisce la ragione di fondo. Il ministro avrebbe potuto tranquillamente giustificare la proroga adducendo la motivazione oggettiva della chiusura delle scuole per la consultazione elettorale. Nessuno lo avrebbe criticato per una decisione di buon senso.

Il richiamo al rispetto delle regole costituisce inoltre una contraddizione, perché due settimane fa lo stesso ministro aveva sospeso all’ultimo momento il concorso per docenti per la previsione del maltempo. Allora la regola poteva essere infranta e oggi no?

Per di più il rinvio del concorso al 28 febbraio, ultimo giorno utile per le iscrizioni, creerà difficoltà nelle scuole sede delle prove d’esame, ostacolando o impedendo l’accesso alle segreterie da parte dei genitori in cerca di aiuto per la compilazione dei moduli on line: aiuto che, su invito dello stesso ministero, le segreterie delle scuole devono assicurare alle migliaia di genitori sprovvisti della strumentazione informatica di base.

Ravvedersi non sarebbe segno di debolezza, ma di buon senso.