Insegnanti nel mirino dei mass media

Da alcune settimane la grande stampa, con in testa il settimanale “L’Espresso“, ha acceso i riflettori sul mondo degli insegnanti. Anche il “Corriere della sera” ha condotto un’importante inchiesta a puntate (nella quale indicava come principale fonte di informazione per gli operatori scolastici, insieme al sito del Miur, proprio tuttoscuola.com).
Qual è l’immagine dei docenti fotografata dalle inchieste giornalistiche? Frustrati, depressi, scoppiati. Anzi, “burn out“, come adesso va di moda dire dei docenti, alle prese con più fronti bollenti: la scarsa retribuzione (altro che salario europeo!), i tagli di organico, le incertezze sulla riforma, e soprattutto il crollo dell’autostima e della considerazione sociale.
Ma la caduta dell’immagine pubblica degli insegnanti non si registra soltanto in Italia. Una recente ricerca comparativa realizzata dalle Confindustrie di otto Paesi (Italia compresa), presentata la scorsa settimana al MIUR, mostra che le cose vanno più o meno nello stesso modo anche altrove, con qualche eccezione, soprattutto nell’area scandinava.
Un po’ sorprendente è il fatto che sullo specifico punto riguardante la questione della considerazione sociale degli insegnanti italiani, il giudizio sintetico che compare nella ricerca sia “discreto”. Ma forse si tratta di un problema di traduzione. Nella versione originale inglese il termine utilizzato è “moderate”, che più propriamente, nel contesto in cui compare, andrebbe tradotto con parole come “modesto”, “mediocre”, al massimo “medio” o “intermedio”.