Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Insegnanti di sostegno? Tutti e nessuno

In linea con gran parte dei Paesi europei, preparazione di base in pedagogia e didattica speciale nella formazione di tutti gli insegnanti – iniziale o in itinere – e per tutti i gradi scolastici (non prevista dall’attuale percorso formativo per la scuola secondaria)” e “Passaggio graduale degli insegnanti di sostegno all’organico normale delle scuole”: sono due delle proposte contenute, insieme a molte altre, nel Rapporto “Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte“ elaborato congiuntamente da Fondazione Agnelli, Caritas italiana e Associazione Treellle, presentato oggi a Roma.

Il Rapporto, pubblicato da Erickson, casa editrice molto impegnata sulle tematiche dell’handicap, è destinato a far discutere soprattutto per la proposta di superare, sia pure in prospettiva e con gradualità, il dualismo tra gli insegnanti ‘normali’ e quelli ‘di sostegno’, partendo da una formazione iniziale comune.

Fermo restando il modello italiano di piena integrazione dei disabili nelle classi regolari, ribadito dai politici intervenuti alla presentazione del Rapporto (Valentina Aprea del Pdl, e Letizia De Torre del Pd), si tratterebbe di avviare, in un certo senso, l’integrazione degli insegnanti, cioè il superamento della distinzione dei ruoli, cominciando con una “sperimentazione a livello territoriale su piccola scala”, assistita e monitorata da un apposito Comitato interministeriale Miur-Sanità-Welfare. Con le stesse risorse finanziarie, sostiene il Rapporto, ma con risorse umane più adeguatamente qualificate, si può fare molto meglio sul piano dell’efficacia degli interventi didattici, della piena inclusione dei disabili e del loro inserimento lavorativo, che vede l’Italia in grave ritardo rispetto alla media europea.

Tra le altre proposte, di particolare rilievo appare quella di costituire a livello provinciale o subprovinciale appositi Centri Risorse per l’Integrazione (CRI), dotati di personalità giuridica e autonomia amministrativa, con personale altamente specializzato in grado di valutare e decidere gli interventi più opportuni nelle diverse situazioni territoriali e di svolgere un servizio di ‘sportello unico’ per le famiglie, spesso disorientate dalla molteplicità dei soggetti competenti in materia e dalla mancanza di standard trasparenti.  

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