Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Insegnamento del Corano: favorevoli

L’apertura del cardinale Martino all’insegnamento del Corano nelle scuole italiane è di quelle che lasciano il segno.
Sul piano pratico, almeno per il momento, una simile ipotesi non può trovare applicazione (chi, come, quando insegnare il Corano), ma in linea di principio l’apertura (a titolo personale?) del presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace apre scenari nuovi dagli effetti impensabili fino a poco tempo fa.
Il cardinale si è riferito a casi in cui vi sia una consistente presenza di alunni islamici (cento), ma ovviamente, se il diritto di avvalersi dell’insegnamento islamico viene riconosciuto ad un gruppo, non si vede come possa essere negato anche ad uno solo.
I primi a compiacersi della proposta sono stati i rappresentanti islamici dell’Ucoii che avevano presentato, senza successo, la stessa richiesta in sede di Consulta islamica.
Favorevole si è dichiarato Rutelli della Margherita, che però, senza avventurarsi in difficili ipotesi applicative ha richiesto una generica reciprocità e ha posto come condizione che un simile insegnamento si svolga solamente nella scuola pubblica.
Cautamente favorevoli alcuni esponenti di Alleanza Nazionale e dell’Udc che hanno apprezzato la proposta del cardinale Martino, come ha fatto anche il vescovo di Civitavecchia mons. Grillo.
Non solo religione, ma anche cultura e storia araba, sottolinea invece l’imam di Salerno che ritiene diritto dei ragazzi islamici che frequentano scuole italiane a conoscere la lingua, la cultura e la religione dei paesi da dove provengono. Insegnamenti che potrebbero essere tenuti indifferentemente “dagli imam o da profondi conoscitori della cultura islamica e della lingua araba“.
Per il momento la Chiesa cattolica non commenta ufficialmente, ma c’è da pensare che lo farà.

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