Arriva il corso di laurea per diventare influencer

L’Università telematica eCampus di Novedrate ha da poco ideato il percorso di formazione “Influencer”, nell’ambito della laurea triennale in Scienze della Comunicazione della facoltà di Giurisprudenza. Molte sono state le discussioni e le polemiche che si sono scatenate in merito a questa notizia.

Facendo un passo indietro per fornire alcuni chiarimenti, bisogna riconoscere che la figura dell’influencer, oggi al centro di numerosi dibattiti, è ancora avvolta da un velo di mistero. In linea generale, l’attività degli influencer è basata su accordi commerciali con le aziende per la pubblicità e la sponsorizzazione di prodotti tramite i social media, Instagram e YouTube in particolare; possono, dunque, essere paragonati a “testimonial” digitali. I più originali, però, non si limitano a proposte di questo tipo ma creano anche contenuti accattivanti come corsi, video, eventi. Gli influencer producono intrattenimento e si fanno interpreti di uno stile o di una filosofia di vita che dovrebbero ispirare i loro followers; talvolta diventano, nei casi più estremi, quasi dei guru. È bene specificare che ci muoviamo in un mondo non ancora regolamentato.

Scendendo nel dettaglio del programma proposto dall’Università eCampus, si può sicuramente notare che il piano di studi è, in realtà, molto corposo e che non mancano corsi piuttosto complessi. Il primo anno si studia Estetica della Comunicazione, Informatica, Organizzazione Aziendale, Semiotica e Filosofia dei linguaggi, Sociologia dei processi economici, Tecnica, Storia e Linguaggio dei mezzi audiovisivi. Fra il secondo e il terzo anno troviamo Diritto dell’Informazione e della Comunicazione, Psicologia della moda, Lettura dell’immagine; come esami opzionali è anche possibile scegliere Diritto Privato e Psicologia del Lavoro. L’iter si conclude con laboratori tematici, tirocini formativi e iniziative di orientamento.

Le differenze rispetto ad un corso di comunicazione con indirizzo digitale come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi non sembrano numerose, né particolarmente significative. Immediate, infatti, sono state le critiche rivolte all’eCampus, accusato di aver attribuito un nome accattivante ad un corso privo di contenuti realmente “nuovi” per attrarre facilmente aspiranti star del web. L’Università avrebbe semplicemente messo in atto un’astuta strategia di marketing che, per altro, alla luce della risonanza ottenuta dalla notizia, è risultata vincente.

Al di là di queste valutazioni, è innegabile che i mestieri come quello di influencer, figli della rivoluzione digital e social, avranno un peso sempre maggiore e godranno di incredibili opportunità per ottenere visibilità e guadagni, in un mondo lavorativo che si evolve e si popola di figure sempre più “fluide” e meno stabili e tradizionali. Non a caso, il valore del “marketing di influenza” nel 2017, a livello mondiale, ha raggiunto ben 1.07 miliardi di dollari.

La maggior parte degli influencer non avrebbe una formazione ad hoc, ma quelli di maggior successo hanno sicuramente un notevole fiuto imprenditoriale, come nel caso di ClioMakeUp o di Chiara Ferragni. Ci sono poche eccezioni: per esempio, Giulia Valentina ha conseguito una Laurea in Economia e Gestione Aziendale approfondendo il suo interesse e le sue conoscenze nel campo del marketing, che ha sfruttato per la sua attività di influencer.