Infanzia e smartphone: serve più consapevolezza. L’appello dell’Autorità garante

L’uso eccessivo dello smartphone da parte dei genitori può compromettere le primissime relazioni con il neonato, provocando in lui una risposta fisiologica paragonabile allo stress fisico o mentale. A lanciare l’allarme è Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, commentando i risultati di una recente ricerca condotta dalle università di Pavia e Bicocca di Milano insieme all’Irccs Mondino. Lo racconta il Sole24Ore.

“Spesso vediamo giovani madri e padri spingere il passeggino senza distogliere lo sguardo dallo schermo, trascurando quell’attenzione fatta di sguardi, di comunicazione non verbale, che è fondamentale per l’evolversi della relazione e per lo sviluppo della personalità“, osserva Terragni. “La dipendenza digitale può danneggiare i bambini anche quando a farne uso eccessivo sono i genitori.”

Secondo i dati, nove italiani su dieci controllano più volte lo smartphone ogni ora e trascorrono online, in media, oltre cinque ore e mezza al giorno. “I risultati della ricerca confermano l’urgenza di una presa di coscienza da parte delle famiglie — sottolinea l’Autorità garante — che restano il primo e insostituibile nucleo educativo. Senza il contatto visivo, l’’aggancio oculare’ che veicola la comunicazione pre-verbale, anche lo sviluppo del linguaggio può essere compromesso.”

La scuola può fare la sua parte, imponendo momenti “sconnessi” durante l’orario delle lezioni e favorendo un accesso più responsabile ai social network, soprattutto ritardandone il primo utilizzo. Ma l’imprinting educativo — ribadisce Terragni — avviene in famiglia, fin dalle prime interazioni. “La famiglia non può deresponsabilizzarsi delegando ai dispositivi digitali compiti educativi fondamentali.

Conclude Terragni: “Il miglior presidio contro i danni di un’infanzia basata sul telefono — quella che Jonathan Haidt definisce ‘phone-based childhood’ — resta una famiglia non basata sul telefono“.

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