Indennità conglobata: sarà vera buonuscita?

L’assorbimento dell’intera indennità integrativa speciale nello stipendio (circa 532 euro al mese) produrrà interessanti effetti sulla liquidazione (indennità di buonuscita) al momento del pensionamento (cfr.TuttoscuolaNEWS 104 del 19 maggio): 10-14 milioni di vecchie lire in più, a seconda dell’anzianità di servizio.
Poiché l’ipotesi di contratto prevede che il conglobamento sia applicato dal gennaio scorso, i neo pensionati dal settembre 2003 potrebbero già beneficiare dell’aumento nella buonuscita.
Ma è tutto così semplice? Senza costi?
Vogliamo ricordare due cose importanti. Per l’indennità di buonuscita il dipendente pubblico versa mensilmente un contributo mensile obbligatorio pari al 2% dello stipendio (nel settore privato i dipendenti non versano nulla e tutto è a carico del datore di lavoro).
Quando anni fa si decise che una quota dell’indennità integrativa speciale (il 48%) era utile per il calcolo della buonuscita (legge 29 gennaio 1994, n. 87), si dispose che quella quota fosse assoggettata alla ritenuta di legge e che si procedesse ad applicare il recupero retroattivo per i dieci anni precedenti (il massimo consentito).
Sembra difficile che ora si possa procedere gratuitamente senza chiedere un corrispettivo per le centinaia di migliaia di persone che potranno beneficiare di una notevole maggiorazione della buonuscita. Un recupero decennale potrebbe costare più di un milione di vecchie lire. Il recupero certo dal 1° gennaio 2003 sarà circa di 30 euro a tutto il luglio 2003.
Se il comitato di settore approverà l’accordo di contratto, il ministro Tremonti difficilmente saprà resistere dalla tentazione di richiedere il corrispettivo di contributi, anche con effetti retroattivi.