Indagine Cisl Scuola-SWG/2: analisi dei risultati e reazioni scomposte

Piuttosto si poteva osservare che se alla domanda “quale voto attribuirebbe complessivamente alla riforma Gelmini in una scala da 1 a 10” (dove 1= a per niente positiva), ben il 34% ha attribuito il voto 1, allora è pensabile che una parte rilevante di chi ha risposto fosse pregiudizievolmente contraria. Infatti, senza entrare nel merito dell’argomento e limitandosi a considerazioni generali, per quanto si possa essere contrari, qualche aspetto positivo, o non completamente negativo, dovrebbe esserci sempre. In genere, con scale di voto articolate, come da 1 a 10, i punteggi estremi (minimi o massimi) raccolgono percentuali limitate. Invece, entrando nell’analisi dei risultati, il punteggio 1 è stato quello per distacco più assegnato (appunto 34 voti su 100), seguito dal voto 5 (assegnato da 14 su 100) e dal voto 6 (10 su 100, come il voto 4).

I giudizi dei politici non sono entrati in questa analisi, viceversa è sembrato che ci si preoccupasse di limitare l’amplificazione di un messaggio urlandone il prima possibile uno opposto. Una tecnica purtroppo a cui si è assistito sempre più frequentemente in questi anni.

Infine andrebbe considerato che il sondaggio era rivolto solo ad una categoria, quella dei docenti, sicuramente toccata pesantemente dalle misure di contenimento della spesa, e non anche ad altre categorie, come le famiglie e gli studenti, che potrebbero esprimere un giudizio diverso sulla riforma. Ma di questo, appunto, le reazioni della maggioranza, tra le quali quella del ministro e dell’on. Aprea, non hanno parlato. Reazioni peraltro che sono probabilmente frutto del clima politico acceso che si sta vivendo alla vigilia del voto di fiducia del 14 dicembre.