In Piemonte la Lega vuole solo docenti piemontesi

Sì all’assunzione di nuovi insegnanti, ma soltanto piemontesi.

Lo vuole la giunta leghista della regione Piemonte, che si presta ad inserire nel pacchetto lavoro dieci milioni di euro destinati a nuovo personale nella scuola, con una clausola: la residenza in Piemonte.

“Per tutelare il precariato piemontese”, è una delle motivazioni spiegate dall’assessore all’Istruzione Alberto Cirio. Ma anche “perché – ha detto – si usano risorse della Regione  per garantire la continuità didattica visto che molti insegnanti non piemontesi non finiscono l’anno scolastico”.

Dunque, una piccola manovra per arrivare all’obiettivo finale della giunta guidata da Roberto Cota: graduatorie regionali nella pubblica istruzione.

Ma sono state in particolare poche parole pronunciate da Cirio per scatenare un putiferio: “Vanno via a Natale e tornano a Pasqua”.

“Non ho mai detto meridionali ma non residenti in Piemonte”, specifica l’assessore Cirio, però il Pd è insorto.

“Da meridionale mi sento offeso dalle parole dell’assessore”, protesta a nome del Partito Democratico il consigliere Nino Boeti: “Lavoro in Piemonte da trent’anni e non ho mai fatto un giorno di mutua nel mio ospedale. Cirio eviti di sparare nel mucchio, offendendo la dignità di tutti gli insegnanti del Sud che lavorano con professionalità e impegno nelle scuole del Nord”.

“Le accuse di antimeridionalismo sono infondate. Stiamo solo valutando la possibilità di dare priorità agli insegnanti residenti in Piemonte – ribatte ancora Cirio – per noi è giusto così, per tutelare i piccoli comuni e le zone montane. Noi abbiamo detto che sono esclusi gli altri, qualunque sia la loro regione d’origine”.