In nessun modo la scuola sia luogo di esclusione

“Chi sale a Barbiana non può non tornare indietro senza un significativo insegnamento: il no all’indifferenza”. Lo ha detto, alla sua prima uscita pubblica, Giuseppe Fioroni, ministro della pubblica istruzione, partecipando questa mattina in Mugello alla partenza della marcia di Barbiana. “Il primo insegnamento di Don Milani è guardare alle cose nascoste, andare oltre la banalità dell’evidenza”, ha continuato il ministro, secondo il quale dalle 160 pagine di “Lettera a una professoressa” emerge chiaramente un atteggiamento di svelamento delle realtà. “Gli esempi sono moltissimi – ha continuato Fioroni – e denunciano la perpetuazione di questi percorsi di esclusione sociale che, per tanti decenni, hanno attraversato la scuola ed il mondo della

formazione”.

Il ministro ha poi ricordato come, ogni anno, decine di migliaia di ragazzi escano dalla scuola media senza il conseguimento del diploma, mentre circa il 25% non consegue diplomi o qualifiche professionali. “Questo – ha aggiunto – è un punto sul quale è mio fermo proposito intervenire con politiche adeguate perché in nessun modo la scuola sia un luogo di esclusione. Il secondo decisivo insegnamento che viene dall’esperienza di Barbiana è non lasciare indietro nessuno”, non solo per una pietà “che in una società segnata per tanti aspetti dall’empietà è certamente una laica e novile virtù”, ma per un interesse reale che è quello della Repubblica, un interesse “a formare il maggior numero di giovani possibile ad impegni di vita e di lavoro degni di essere vissuti e tali da costituire una base di certezze umane e produttive per il futuro del nostro Paese”.

Fioroni ha anche voluto attualizzare il significato di “I care“, il motto che campeggia tuttora nell’aula di Barbiana dove don Lorenzo faceva scuola ai suoi ragazzi. “A quella citazione inglese I care (che significa mi interessa, mi sta a cuore) possiamo dare un significato più pieno. E’ la formula di un invito ad essere pienamente uomini: in definitiva essa indica la necessita’ di un nuovo umanesimo”.

Secondo Fioroni, in sostanza, vi è la necessità di “riscrivere insieme le tavole di un’etica condivisa che ridia ragioni di speranza e di crescita all’umanità”. E come attraverso Barbiana si è “dato la parola ad una povertà che ne era priva, afona, anche oggi dobbiamo dare la parola a chi l’ha perduta insieme alla voglia di comunicare, di parlare”. Questi i valori che orienteranno l’impegno di Fioroni “come ministro della scuola di tutti, perché questo e non altro vuol dire l’espressione pubblica istruzione”.

Concludendo il suo saluto, il ministro ha ricordato anche che c’è una “terra di mezzo tra i grandi apostoli della solidarietà e quella variegata della politica, c’è uno spazio dei profeti ed una patria senza confini. Bene, noi sappiamo che don Milani l’abita ancora e ci aiuta sempre con l’esempio della sua missione religiosa, ma anche e sopratutto civile”.

Giunto a Barbiana, Fioroni ha visitato la canonica – luogo delle lezioni milaniane – la chiesa ed il cimitero, ultima dimora terrena del priore di Barbiana.