In Italia chi studia guadagna di più. Ma meno che altrove

Studiare paga anche in Italia, dove il tasso medio di disoccupazione fra i laureati nel 2011 è stato del 5,4% contro il 10,4% di chi ha una licenzia media, ma paga meno che in Europa. In termini di monetizzazione del titolo. Sotto il profilo del reddito, nei paesi Oecd le retribuzioni dei lavoratori con istruzione terziaria superano mediamente del 50% quelle dei lavoratori con istruzione secondaria. La media europea è pari al 48,3%. Il dato italiano si ferma al 36,2%. È quanto emerge dal Rapporto Isfol 2012 presentato oggi a Roma. Secondo il quale cresce la difficoltà di trovare lavoro per i nostri ‘dottori’. Il tasso di disoccupazione dei laureati italiani è aumentato nel 2007-2011 dell’1%, mentre in Germania è diminuito dell’1,4%.

Dal 2005, poi, i premi retributivi legati ad un maggiore livello di istruzione sono calati in Europa del 4% mentre da noi del 10% (in Germania sono saliti del 10%). In generale vi è un maggiore rendimento delle discipline scientifiche: limitatamente al solo lavoro dipendente, i laureati in ingegneria e in medicina percepiscono un reddito superiore al 10% rispetto alla media, mentre le lauree in discipline umanistiche e sociali e i laureati in lingue rendono oltre il 10% in meno. Tra i diplomi di scuola secondaria superiore il rendimento più elevato si riscontra per gli istituti tecnici.

Nel 2010 la popolazione adulta in formazione è in Italia pari al 6,2%, contro il 9,1% della media europea. Il dato italiano è superiore solo a quello della Grecia e risulta tra l’altro in calo nel 2011, scendendo al 5,8%. Secondo i dati Isfol-Indaco, tra il 2005 e il 2010 la percentuale di aziende con più di 9 addetti che hanno organizzato iniziative di formazione è passata dal 32,2% al 45,1% ma la media europea arriva al 60%. L’ammontare finanziario mobilitato per la formazione continua dei lavoratori in Italia è stimabile in poco più di 5 miliardi di euro l’anno. Di questi, circa 1 miliardo viene messo a disposizione dalle leggi nazionali di sostegno, dai Fondi paritetici interprofessionali e dal Fondo sociale europeo. Nel 2009-2010 l’investimento in formazione da parte delle imprese con più di 5 addetti ha subito una contrazione nel 27,9% dei casi. Solo il 4,4% delle imprese ha incrementato questa voce. Il 2012 è l’Anno europeo per l’invecchiamento attivo. L’Italia si caratterizza per bassi livelli di scolarizzazione degli adulti e altrettanto bassi livelli di partecipazione degli over 50 al mercato del lavoro. Il 51,1% dei 45-54enni e il 38,2% dei 55-64enni ha un titolo di studio di scuola superiore o terziario, contro una media europea rispettivamente pari al 71,1% e al 61,6%. Il nostro paese si colloca fra quelli dove è minore anche la partecipazione degli adulti alle attività di apprendimento, con un ampio divario generazionale fra la popolazione più matura e gli under 35.